Ex Upim: due passi indietro e neanche uno avanti

La Amministrazione Pezzoni partorisce l’idea di venderne un bel pezzo ai privati che ci farebbero un supermercato. Con la scusa che hanno ereditato un’opera non finanziata. Ma le cose non stanno così. Stanno in un altro modo.

Ha affermato in un’intervista il sindaco Pezzoni: “Desideriamo coinvolgere i privati perché l’intervento non debba gravare, per lo più, sulle tasche dei trevigliesi e possa caratterizzarsi per una sostenibilità economica, assolutamente non garantita dall’attuale progetto”.

Sono frasi ad effetto, che non riescono però più a nascondere quanto, sul tema dell’ex Upim, hanno volutamente offuscato in campagna elettorale. L’Amministrazione Borghi ha sempre dichiarato apertamente il proprio programma di finanziamento, chiaro e trasparente, e aveva pianificato la copertura finanziaria con il mutuo–ponte prima e l’alienazione delle farmacie poi. Alienazione che avrebbe portato a termine, in caso di riconferma, in tempi brevi essendo l’iter procedurale già pronto. La coalizione di Pezzoni non ha fatto altro che dribblare il problema senza mai precisare dove avrebbe preso i soldi, ma facendo riferimento genericamente a una soluzione pubblico–privata per la realizzazione e la successiva gestione dell’immobile. Adesso si scopre cos’è la fascinosa “soluzione pubblico–privata”: la alienazione ai privati di un bel pezzo di Upim per ricollocarci… un’altra Upim o giù di lì.

Al di là del contenuto della proposta, che ci riporta indietro di vent’anni, ci sono domande su cui vale la pena di interrogarsi e, se si governa, di rispondere:

  • La Amministrazione Minuti ha speso circa 5,4 milioni di euro per l’immobile ex Upim, soldi dei cittadini trevigliesi, per acquisire alla città uno spazio centrale e vitale: vale la pena lasciarlo di nuovo in mano ai privati il cuore del nostro centro cittadino?
  • Che senso ha questa operazione che cambia semplicemente la proprietà (da pubblico come è oggi a privato come intende la Amministrazione Pezzoni), riconferma la destinazione d’uso (supermercato) dimenticando che comunque bisogna far rientrare nelle casse comunali i 5,4 milioni già spesi (o perlomeno la cifra corrispondente alla frazione di immobile alienata), altrimenti dove sta l’equilibrio economico dell’operazione?
  • Come si rispetterà il patto di stabilità che invece con la soluzione prospettata dalla Amministrazione Borghi sarebbe stato sicuramente rispettato?
  • Se proprio, non sarebbe stato meglio destinare l’avanzo di amministrazione del 2010 pari a 1,3 milioni di euro destinandolo a riserve vincolate o utilizzarlo per rimborsare parzialmente il mutuo invece di destinarlo ad opere diverse?

Pezzoni in campagna elettorale ha sostenuto che il piano economico finanziario per la ristrutturazione dell’ex Upim non c’era. Adesso la campagna elettorale è finita e bisognerebbe smetterla con le frasi che servono per la ricerca del voto ma non per il rispetto della verità. Con la sua politica del NO, NO, NO a quanto fatto dalla Amministrazione precedente, Pezzoni ha ovviamente buttato via anche il piano di finanziamento delle opere all’ex Upim. È ovvio che se ne è dovuto trovare una altro. Vendere una parte di immobile per rimetterci un supermercato in piena Zona a Traffico Limitato e zero parcheggi, mi pare però una follia oltre che un danno economico. Il nostro progetto prevedeva qualche negozio di vicinato, una caffetteria, un ristorante, un’ampia zona per la cultura, le relazioni sociali, l’intrattenimento, il tempo libero, le associazioni: tutta un’altra cosa, e sostenibile con le qualità dell’edificio (costi energetici molto ridotti) e gli affitti di negozi, caffetteria, ristorante ecc.

Il cuore della città è dei cittadini: pensare a un immobile che alle otto di sera chiude perché si abbassano le saracinesche del supermercato fa tristezza. Eppure nel programma di PdL–Lega c’è la rivitalizzazione del centro! Mai visto un supermercato rivitalizzare le serate di nessuno.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.