Il cuoco e le lenticchie

“Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito». Per questo fu chiamato Edom. Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura». Rispose Esaù: «Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?». Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe.Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie.” (Genesi 25,29–34).

E chi se ne frega se Bagnasco intendeva riferirsi a Berlusconi, Berlusconi e Tarantini, Berlusconi,Tarantini ma anche Penati. È un’esegesi che non mi appassiona come politico, perché spererei che noi Italiani si fosse capaci di mandare a casa Berlusconi per tutti i disastri che ha fatto alla politica come tale, foss’anche un asceta. Non mi appassiona come cattolico, perché il punto non è né chiedersi se questo sia il segnale che la CEI ha scaricato Berlusconi né svolgere accurate ricostruzioni per capire quando lo ha caricato (basterebbe rileggere la storia della Chiesa ufficiale regnante Ruini, il predecessore di Bagnasco per capire molte cose…) Il punto è: quand’è che le lenticchie smetteranno di interessare? Quando sarà che una certa Chiesa eviterà di schierarsi con il potente di turno o di tacere sui suoi misfatti solo perché il “piatto di lenticchie” avuto o che avrà in cambio è più importante della libertà di parola (assumiamo che quella di pensiero non sia in discussione)?

Se guardiamo non agli ultimi 2 o 3 anni, ma alla deriva presa da almeno 20 anni dalla rappresentanza ufficiale della Chiesa in Italia, cioè da quando Ruini è stato nominato presidente della CEI, ci accorgiamo che troppo spesso la voce ufficiale è stato forte con i deboli e debole con i forti. Ha preferito prendere di mira il padre di Eluana Englaro piuttosto che prendere posizione forte contro i respingimenti in mare; ha preferito glissare su chi è arrivato a giustificare la pubblica bestemmia o ha finto di non vedere che persino sulla Comunione ai divorziati si stava giustificando l’applicazione di 2 pesi e 2 misure, purché una delle due fosse a favore del Presidente del Consiglio. Ha taciuto sulla strategia di distruzione della scuola pubblica — che è ormai anzitutto fruita da quei poveri che “avrete sempre con voi” — in cambio del mantenimento di trattamenti di favore.

C’è qualcuno di illuminato dentro la Chiesa istituzione che si è chiesto in questi anni: ma quando questo sistema di potere, di cui Berlusconi è semplicemente l’ultimo e più limpido incarnatore, sarà passato e il paese–Italia dovrà ricostruirsi dalla macerie (morali prima che economiche), quanta credibilità della Chiesa–istituzione sarà finita sotto le macerie? Quanto da ricostruire ci sarà anche dentro la Chiesa, oltre che nel Paese?

Certo ci sono i preti di frontiera, le folle di cattolici volontari disinteressati, di padri e madri di famiglia cattolici per i quali l’accoglienza del vicino di casa è più importante del colore della pelle e del finanziamento statale a questa o a quella iniziativa. Ma altrettanto ci piacerebbe non assistere più, ciclicamente, a questo licenziamento del cuoco di turno per eleggere il nuovo cuocitore delle lenticchie (Casini? Formigoni? Chi altri?). Ci piacerebbe una Conferenza Episcopale già sazia della ricchezza del suo popolo, che lasci freddare il piatto di lenticchie che gli ha preparato il cuoco di turno.

Moriremmo di fame senza lenticchie?

La nave è in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani.» S. Kierkegaard, tanti tanti anni fa…

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