Lo sconcerto quotidiano

“Lo sconcerto quotidiano” è il titolo di una rubrica di sport tenuta da un noto giornalista sul Corriere on line. Ma è anche una situazione vissuta ormai con preoccupante regolarità da chi, come me, è in Consiglio comunale a Treviglio. Per cui prendo il titolo a prestito, e spiego il perché calza a pennello.

La Lega dentro e fuori il Consiglio comunale fa e disfa quello che vuole. Il PdL sonnecchia e si accoda. Problemi loro, con buona pace dei moderati trevigliesi. Qui di moderato non c’è niente. La ritrovata unità PdL–Lega nel nome del sindaco Pezzoni non scricchiola, ma a patto della sottomissione ai temi, alle parole d’ordine e agli atteggiamenti leghisti. Spesso osservati con imbarazzo e un certo fastidio, ma pur sempre deglutiti. Il dibattito in Consiglio è a mala pena sopportato. Estendendo la circolare di Bossi ai segretari di sezione del partito, impera il silenzio. La filiera è questa: c’è un punto in discussione, i consiglieri di minoranza intervengono, la Giunta risponde, i consiglieri di maggioranza tacciono. Poi pigiano il bottone giusto, obbedendo al diretùr d’orchestra. Fine del processo di confronto democratico. La democrazia come una noia di cui si desidera, se si potesse, fare a meno. Se ne è, a dir poco, sconcertati.

Devo dire che, a fronte di una sola votazione (l’unanimità degli intenti espressa sulla questione cromo), non c’è ricerca di unità: non certo unità politica (siamo diversi, ed evviva la differenza), ma condivisione responsabile e necessaria di fronte a istanze fondamentali o a problemi che sono dell’ente e non di chi lo governa.

Due esempi. Abbiamo presentato in Consiglio una mozione sulla manovra finanziaria, che penalizza fortemente i Comuni, tutti i Comuni. È lo stesso testo, identico, votato a Bergamo dal sindaco Tentorio (PdL–AN), dal PdL e dal centrosinistra, ma non dalla Lega, cui evidentemente gli spaventosi tagli a Regioni e Comuni interessano fino a un certo punto. Anche a Treviglio la Lega ha detto no e il PdL ha abbassato la testa e si è accodato. Autonomia della sezione territoriale o un bel “gnorsì” alla Lega? La seconda che ho scritto mi pare la spiegazione più realistica.

Il secondo. C’era in votazione una nostra mozione che prevede la pubblicità della situazione economica (reddito e patrimonio) degli amministratori pubblici. Una prassi per il Comune di Treviglio. La normalità in Provincia. Un dovere, secondo noi, al quale non ci si può sottrarre a maggior ragione in un momento in cui la classe politica è ampiamente screditata nella considerazione dell’opinione pubblica e deve fare della trasparenza la sua legge etica. Inderogabile. Minuti l’ha definita giustamente “una scelta deontologica” per un amministratore pubblico. Non c’è stato verso: hanno tirato in ballo che la trasparenza non è questa, che ci sarebbero problemi di privacy e di sicurezza, che la legge (è vero) rende obbligatoria le dichiarazioni per amministratori di città superiori ai 50.000 abitanti. E allora? Ci sono anche gli obblighi morali.

Niente da fare: hanno votato altro, cioè “di far predisporre idonea strumentazione che consenta ai consiglieri comunali ed agli amministratori pubblici che lo desiderino di poter rendere pubblica la propria dichiarazione dei redditi (ndr: quindi niente situazione patrimonio) nel rispetto del pluralismo democratico che contraddistingue l’operato di questa amministrazione”. Cosa c’entra il pluralismo democratico con una questione di etica pubblica lo sanno solo loro. La Lega dura e pura doveva avere i ray-ban e se ne è fregata della trasparenza. Voti a favore di questo pateracchio da anguilla: PdL e Lega compatti, più il consigliere Federico Merisi (in linea teorica, per stock di voti ricevuti, consigliere dell’Italia dei Valori, la quale forse avrebbe qualcosa da ridire sul voto specifico).

Le mie sono valutazioni, credo debitamente argomentate. I prossimi mesi ci diranno se questo atteggiamento coriaceo è temporaneo o definitivo. Col tempo maturano le nespole. Speriamo non solo loro, ma anche le situazioni.

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