Ex Upim: come buttare alle ortiche una occasione unica per la città

Come il sindaco Pezzoni ha confermato in recenti interviste, il piano terra dell’ex Upim ospiterà un supermercato. È definitivo. Addio, quindi, al progetto elaborato dalla amministrazione Borghi di utilizzo dell’interrato e di parte del piano terra per ospitare la biblioteca di nuova concezione e alcuni servizi culturali. E addio ai negozi di vicinato, la tipologia che veramente manca nel centro storico. Dice il Sindaco che non ha trovato “nessuno disponibile”. Sarà. Noi li avevamo trovati. Dovremo quindi andare all’estero e scendere oltre il Po per vedere gente che normalmente non se la fa con libri, giornali e internet, uscire dal negozio con la borsa del pane e della verdura e infilarsi a prendere in prestito un libro, un film, a informarsi su un corso, a sfogliare un giornale, cioè ad accedere ai servizi culturali con la stessa naturalezza e normalità con cui fa la spesa o va al bar. Senza essere intimorita dalla cultura, dai suoi strumenti vecchi e nuovi. Senza sentirsi estranea a una biblioteca che oggi percepisce purtroppo come lontana o inutile perché non sta ancora nell’ambito della sua esperienza di vita e dei suoi percorsi quotidiani.

La scommessa — elaborata con l’Ufficio Cultura e la Direzione del Museo — era proprio quella di ampliare l’utenza a chi non è attratto dai servizi culturali o se ne sente tagliato fuori, e di specializzare il Centro civico come polo museale unico, mantenendovi solo il settore documentario e storico e le sale studio. Se riserva c’era da parte di Ufficio Cultura e Direzione del Museo, riguardava gli spazi a disposizione, che avrebbero voluto più ampi. Questo il progetto–base. Un progetto economicamente sostenibile, perché gli affitti di caffetterie, ristorante e negozi avrebbero contribuito a pagare i costi di gestione di un edificio per altro progettato per essere quasi autosufficiente dal punto di vista energetico.

Abbiamo sognato e preparato per i Trevigliesi di ogni età, in centro, la “piazza dei saperi”, facendo dell’ex Upim una occasione, unica nella sua straordinarietà, per dare nuova vita e capacità attrattiva al centro grazie a un mix di funzioni (culturale, relazionale, economica, di intrattenimento). Pezzoni ha optato invece per il ritorno della “piazza dei sapori” in banco–frigo. Torna quindi il supermercato. Pare senza parcheggio. “In un qualsiasi centro commerciale fai più strada che da piazza Setti, dove ricaveremo un parcheggio interrato, all’Upim» ha dichiarato il Sindaco. Umorismo involontario a parte (nei centri commerciali i clienti faranno anche più strada, ma col carrello, non con le borse portate a mano), ho la sgradevole impressione che ci si arrampichi sui vetri per negare l’evidenza. Senza parcheggio a lato, un supermercato non decolla, va in perdita. Come compenserà le perdite il “grande operatore del settore che si è già fatto sentire” (cito sempre dalle interviste) manifestando interesse per l’ex Upim? Probabile che metta in conto di andare in perdita con il supermercato di piazza Garibaldi perché andrà abbondantemente in attivo con un grande centro commerciale in altra parte della città. L’ennesimo. È noto che il Piano di Governo del Territorio così come modificato da Lega e PdL ha introdotto ad abundantiam le destinazioni commerciali un po’ dovunque, e che alle porte di Treviglio, nell’area ex  Bianchi, sono stati tolti tutti i limiti percentuali e di superficie per le utilizzazioni a commerciale, direzionale, eccetera, “in attesa dello specifico Accordo di Programma richiesto dalle vigente legislazione per l’autorizzazione delle superfici commerciali di Grandi Strutture di Vendita”. Se vale la regola di un volpone come Andreotti, a pensar male… eccetera eccetera. Niente di illecito, ma un fatto appare come certo: per l’Amministrazione Pezzoni l’ex Upim non è una risorsa per la città da valorizzare come tale, ma un problema finanziario (che del resto si è creata da sola), tanto che sta lavorando solo per trovare chi paga. Allora, perché raccontarci altro?

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