Polveri sottili: un febbraio nero

Che aria respiriamo?

Pare che la domanda sia passata di moda. Figuriamoci la risposta. Non vedo in giro molta preoccupazione per i dati relativi all’inquinamento da polveri sottili (PM10). Personalmente non sono per gli allarmismi, ma per gli allarmi sì.

Questi sono i dati di Treviglio, rilevati da ARPA, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente:

  • Gennaio: 14 giorni oltre la soglia di legge (50 microgrammi per metro cubo).
  • Febbraio, peggio ancora: ben 25 giorni sopra i limiti di legge. Praticamente tutto il mese. Con valori molto alti. In quattro giorni sono stati rilevati 90 microgrammi per metro cubo. In dieci giorni del mese i valori sono stati addirittura più che doppi rispetto alla soglia di legge, con punte di 140, 151 e 176 microgrammi per metro cubo.

PM10 è la sigla identificativa di una polvere inalabile che è in grado di penetrare e di recar danno nel tratto respiratorio superiore (naso–laringe). Non abbiamo i dati del PM2,5, che non è rilevato dalla nostra centralina e che provoca guai maggiori perché è in grado di penetrare nei polmoni. Sono entrambi ritenuti responsabili di malattie acute e croniche dell’apparato respiratorio e peggiorano la situazione cardiovascolare.

Sulle componenti ambientali del fenomeno non si può fare niente (la pianura padana pare fatta apposta per il ristagno dell’aria), ma su quelle di origine antropica, cioè dipendenti dall’uomo e dai suoi comportamenti, qualcosa si può. Mi piacerebbe vedere in atto una politica (e la promozione di una cultura) che con maggiore coraggio disincentivi l’uso delle auto in città e incentivi i piedi e le due ruote al posto di quattro ruote e motori. Ma non la vedo.

So per esperienza che è sempre difficile convincere la gente a modificare i propri comportamenti, e che da un punto di vista del consenso elettorale la cosa può essere problematica. Ma — complice anche il risparmio forzato che la crisi economica ci impone — ci sono le condizioni per fare un passo in avanti. Meno traffico in città, meno polveri sottili, più salute, più benessere: il ragionamento è tanto semplice da correre il rischio di non avere il successo e l’attenzione che merita.

4 thoughts on “Polveri sottili: un febbraio nero”

  1. Buonasera Sig.Ciocca,
    mi sa che i dati dell’ARPA vanno letti sempre, non solo quando servono a certi scopi.
    L’ha ricordato Lei, abitiamo in un “catino” che raccoglie purtroppo anche il PMxx che viene generato da altri, e questo si nota durante i giorni di stop alla circolazione (le famose domeniche ecologiche, dove il PMxx non scende neanche con il martello).
    Detto questo, considero la battaglia della riduzione dei PMxx ormai persa se non esiste un’azione organica a livello regionale (non ha alcun senso che non usiamo più l’auto a Treviglio per poi subire il PMxx che arriva da Milano).
    Inoltre, abito nel centro storico di Treviglio, e sarebbe veramente bello che si riducesse il traffico, ma non a discapito dei diritti della gente: svolgo l’attività di consulente, e l’auto è il mio secondo ufficio.
    Non vedo come potrei svolgere la mia attività altrimenti (in bici farsi ogni giorno 200 Km la vedo veramente dura).
    E visto che ho un’auto Euro 3, pago il bollo e l’assicurazione, mi spiega per quale oscuro motivo dovrei rinunciare all’utilizzo della mia auto e quindi ai proventi del mio lavoro (che tra l’altro mi consente di mantenere decorosamente la mia famiglia, con tre figli)?
    Ritengo quindi necessario che prima di proporre soluzioni da “pensionato nullafacente” o “impiegato comunale che va in bici al lavoro” si pensi anche a chi il lavoro lo suda in altro modo.

    Cordiali saluti.

    1. Buonasera a lei, Sig. Rozzoni,
      faccia un bel respiro e cerchi di pensare a quello che ho scritto io e non a quello che mi fa dire lei, con contorno di paradossi fuori luogo. Ho espresso l’augurio di vedere realizzata una nuova politica e cultura che disincentivi (disincentivare non vuol dire proibire) con maggiore coraggio l’uso delle auto in città a favore della bici. Con toni pacati e convinti. Mi ci metto anch’io tra quelli che vanno conquistati in maniera permanente e non sporadica a una diversa cultura del trasporto, non si preoccupi. E nessuno vuole togliere il pane di bocca né a lei né ai suoi figli. Se preferisce condire questo pane con questi livelli di polveri sottili senza fare niente, faccia pure. È un suo diritto. Ma lasci a me il diritto di esprimere le mie preoccupazioni e ciò che mi auguro. Come ho fatto, senza offendere nessuno e senza toni da crociata.
      Cordialità.

  2. Buongiorno Sig. Ciocca,

    non mi sembra di aver offeso nessuno, anch’io ho espresso una mia opinione.
    Mi sa che è qualcun altro ad essere risentito (le crociate sono finite da un pezzo, il buon senso mi sembra che manchi sempre).
    Comunque, le ricordo che prima di condire il pane, il pane bisogna averlo (e quindi guadagnarlo).
    Le lascio esprimere tutte le opinioni che vuole, considerando che questo diritto vale anche per gli altri.

    Cordiali saluti.

    1. A me piace discutere dei problemi — non per la via di un botta e risposta su un articolo, sede che non mi pare la migliore — e non di chi li solleva o ne parla.
      Ci sarà sicuramente un’altra occasione.
      Buona domenica.

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