Sussidi economici ai cittadini: rischio clientela dietro l’angolo

Si è già parlato sulle pagine de «iTrevigliesi» delle modifiche allo Statuto ed al Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale approvate il 27 marzo scorso.

Non spendo molte parole, perché se ne è già scritto, su due “novità” decisamente deleterie: la cancellazione delle quote rosa dallo Statuto comunale, un plateale errore, e la modifica dell’art. 57 comma 1 del Regolamento sulla possibilità di far cadere, da parte del Sindaco e rendere nulli, gli ordini del giorno e gli eventuali emendamenti in votazione in Consiglio comunale. Superfluo precisare che gli emendamenti sono normalmente presentati dalla minoranza e che quindi la “democrazia del bavaglio” verrà applicata in questa direzione.

C’è un altro punto dello Statuto introdotto su cui voglio attirare l’attenzione perché lascia molto perplessi: l’articolo 24.3 lettera t.

Questo articolo assegna alla Giunta comunale la possibilità di “concedere contributi straordinari per ragioni socio–economiche” a persone fisiche. Cioè a singoli cittadini.

Fino a ieri l’assegnazione era competenza dei tecnici, cioè assegnavano il contributo le Assistenti sociali sulla base di uno specifico regolamento comunale e previa relazione sul caso specifico del cittadino beneficiario del contributo. Relazione che contiene le informazioni pertinenti al processo di aiuto e tutte le informazioni private sul caso sociale in discussione. Ora invece con questa nuova disposizione sarà la Giunta a decidere di erogare un contributo economico, vanificando la indipendenza decisoria dell’Assistente sociale e con buona pace della legge sulla privacy.

Non si è mai visto che le funzioni tecniche siano prevaricate da quelle politiche. Non hanno insegnato nulla scandali vecchi e nuovi che sapevano e sanno di favoritismo?

Non si può continuare a barattare per efficienza la eliminazione dei filtri che il legislatore ha messo a tutela di una corretta azione amministrativa. Questo atteggiamento è un vulnus all’efficienza e al principio dell’uguaglianza dei cittadini.

Anche solo esporsi a questa eventualità è — ne sono convinto — un errore. Il cittadino che riceve un aiuto socio–economico dall’Ufficio Servizi sociali è grato alla comunità trevigliese che, con le sue tasse, lo rende possibile. Il cittadino che riceve l’aiuto dalla Giunta, cioè dall’Assessore, a chi è grato? Non è una questione di lana caprina, ma di rispetto reale del lavoro degli Uffici e, comunque, di stile di chi amministra la città.

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