E Pirovano le suona a Treviglio un’altra volta

Treviglio Blues Festival, salvo ripensamenti dell’ultima ora, chiude i battenti. Una brutta sorpresa. Perché giusto a luglio dell’anno scorso, nella serata di apertura della V edizione, lasciata pronta e organizzata chiavi in mano dalla Amministrazione Borghi, il neo vicesindaco Juri Imeri aveva garantito al folto pubblico che il Blues Festival trevigliese non sarebbe uscito di scena insieme alla amministrazione che l’aveva lanciato, sostenuto e fatto diventare un appuntamento atteso di grande qualità e successo. Ma così non sarà.

Con Treviglio Blues Festival per cinque estati nei venerdì di luglio è sfilato a Treviglio il meglio del blues internazionale. Fenomeni come Tolo Marton, Chaz Leary, Andy J. Forest, Shawn Pittman, Watermeon Slim, Nicky Moore, Colin Earl, Eric Bibb, tanto per intenderci.

Motivo (mi dicono): non ci sono i soldi.

Se è per quello, non c’erano neanche prima. Non li aveva neanche l’amministrazione Borghi. Le ultime edizioni realizzate del Festival infatti non erano pagate dal bilancio comunale, ma da uno sponsor. Solo che gli sponsor bisogna andarli a cercare: mica vengono a offrirsi! Senza sponsor non avremmo neanche realizzato le molte manifestazioni che, l’anno scorso, hanno celebrato il 150° dell’Unità d’Italia né altre iniziative culturali.

È fatica cercarli e ci si impiega del gran tempo, ma alla fine un risultato lo si porta a casa. Sempre se lo si cerca, ovviamente. Resta il rammarico di vedere interrotta una rassegna che aveva ben attecchito e ben seminato.

Mentre viene affondato il Treviglio Blues Festival, la Provincia promuove la prima rassegna di Bergamo Blues, con i suoi 8 appuntamenti tra giugno e agosto, il secondo dei quali a Treviglio (di nuovo, Eric Bibb). Questo è quello che oggi offre il convento. Punto e basta.

Ecco perché Pirovano “le ha suonate” a Treviglio un’altra volta. Anche se magari neanche lo sa.

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