PLIS. L’iPad non dice tutta la verità

Il Parco Locale di Interesse Sovraccomunale della Geradadda copre un’area di circa kmq 31. Di questi circa il 30% appartengono al Comune di Treviglio, il 21% a Pontirolo, il 21% a Fara ed il resto suddiviso tra Casirate, Arcene, Ciserano e Canonica.

Nel 2008 questi Comuni hanno sottoscritto un accordo per tutelare questa porzione di territorio (il paesaggio, il sistema delle rogge…), creare un sistema di fruizione del parco per il tempo libero (aree pic-nic, percorsi vita…), valorizzare il settore agricolo mitigando le infrastrutture ad alto impatto ambientale.

Nel corso del 2012 l’amministrazione Pezzoni di Treviglio ha ridotto di un terzo la sua parte nel PLIS (meno kmq 2,6 su kmq 9,9) motivando in questo modo il coinvolgimento di 4 aree (vedi allegato):

in verde chiaro le aree sottratte al PLIS della Geradadda

In verde chiaro le aree sottratte al PLIS della Geradadda

  • La porzione principale a nord tra la ferrovia Treviglio-Bergamo e la ex Statale 42 per Bergamo perché “risulta caratterizzata dalla presenza di numerosi insediamenti (Farchemia, Mauri, cava inerti…), dall’area Bianchi per la quale il PGT prevede una struttura commerciale per la grande distribuzione e inoltre sarà l’area destinata alla bretella tra l’Autostrada Bergamo–Treviglio e la ex Statale 42”;
  • a nord-est una fascia tra la statale per Cassano e la Geromina (coinvolgendo la Valle del Lupo). Motivo: “la differenza di quota del piano di campagna dove scorre la Roggia e la depressione del fondo dell’antico Lago Gerundo”;
  • a nord la Frazione Cerreto perché “risulta specificatamente normata dal PGT”;
  • un’area a sud della ferrovia Milano–Venezia perché di “scarso valore paesaggistico/ambientale”.

Sembrano convincenti queste motivazioni?

Sono sufficienti per dire a chi contesta la decisione di ridurre la superficie del PLIS (e nello specifico la porzione relativa alla Valle del Lupo) che pratica un “ambientalismo d’accatto che grida alla cementificazione, che non c’è né ci sarà”? L’iPad del Sindaco non poteva suggerire al suo padrone una definizione diversa e più opportuna visto che lì si insedierà il polo socio–sanitario privato e che nell’area Bianchi è previsto una struttura commerciale della quale nessuno sente la necessità?

Secondo il Sindaco Pezzoni lo stesso “ambientalismo d’accatto […] deve mascherare, inventando accuse risibili ed infondate, il sostanziale fallimento di un’esperienza durata 5 anni e ad oggi inutilmente costata decine di migliaia di Euro ai Trevigliesi”. Ragione per cui lui, arrabbiato e fulmineo con il suo iPad, attraverso Facebook ha comunicato che non rinnoverà la convenzione con gli altri Comuni, scaduta nel giugno scorso.

Ma nel merito le questioni quali sono? Lo abbiamo chiesto a Valerio Piazzalunga, Sindaco di Fara d’Adda, Comune capofila del PLIS, e ci siamo fatti un’idea più precisa che di seguito riportiamo in sintesi:

  1. Le realizzazioni sono effettivamente state “pochine” (cartellonistica e realizzazione di un’area–parco nel Comune di Casirate co–finanziata dalla Regione) ma la ragione è legata al Patto di stabilità che grava sul Comune capofila, che non consente di spendere neppure i soldi per il PLIS, visto che sono inseriti nei residui del Bilancio del Comune stesso. Il Patto di stabilità investe ogni Comune, non solo il Comune di Fara. Se ci sono idee migliori per superare questo blocco è opportuno metterle sul tavolo senza troppo chiasso via web.
  2. Non sono stati sprecati soldi. Semplicemente non sono stati spesi a causa dei ricordati vincoli sul Comune di Fara. In ogni caso la giunta Pezzoni non ha trasferito un Euro al PLIS visto che l’ultimo contributo, risalente al 2009, è stato girato dalla giunta Borghi. I soldi sono in cassa e i piani di intervento ci sono; sostituendo le comunicazioni ad effetto con un di più di concretezza si possono trovare le forme con le quali superare i vincoli attuali.
  3. Sarebbe poi di grande utilità se il Sindaco Pezzoni partecipasse alle riunioni dei Sindaci del PLIS, visto che non si è mai presentato. Potrebbe diventare l’occasione per ripuntualizzare l’interesse di tutti i Comuni partecipanti verso il Parco mettendo il peso, nell’agenda delle cose da fare, del Comune più grosso e con più risorse a disposizione. Ma bisogna volerlo fare, confrontandosi di persona, non attraverso i social network.

Allora non è colpa dell’ambientalismo se il PLIS non funziona come dovrebbe. Basta credere che il Parco sia effettivamente positivo per la tutela del proprio territorio, essere disponibili ad una concertazione con gli enti locali vicini e mettere mano concretamente alle cose da fare, senza troppi giri di parole.

Entro la fine di luglio sarà convocata una riunione tra i 7 Sindaci del PLIS per una rendicontazione e per assumere le decisioni sul rinnovo della convenzione. Confidiamo che il Sindaco Pezzoni, con il suo iPad, sia presente.

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