Treviza: il lago artificiale raddoppia. Un progetto per escavare circa mezzo milione di mc

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In azzurro, l’estensione attuale – in giallo, l’ampliamento proposto

Il progetto inviato alla Regione Lombardia dalla società Tecnostrade, che con la Treviza sas ha in comune la proprietà, ha questa intestazione: “Richiesta autorizzazione alla realizzazione di un progetto di riqualificazione paesaggistica e ambientale dell’area in località Treviza con fruizione pubblica ad uso naturalistico e ricreativo”. Ai sensi dell’art. 36 della Legge regionale 14/98 e dell’art. 1 della L.R. 14 marzo 2006 n.4.

Vediamo i numeri.

Il progetto propone, rispetto al laghetto artificiale attuale, di ampliare la superficie di escavazione di 44.076 mq per una profondità di 19 metri, e la movimentazione di 495.200 mc di escavato, da cui ricavare 464.300 mc di sabbia e ghiaia. Laghetto più che raddoppiato, alla fine, e un’area di scavo che finisce a ridosso della bretella che unirà il casello BreBeMi di Treviglio–Casirate con la ex statale 11. Dentro il PLIS.

Nella richiesta inviata in Regione ci sono 5 righe per dichiarare gli scopi ricreativo–paesaggistici: creazione di spazi destinati alla fruizione ludica, ricreativa e naturalistica destinati ad un utilizzo pubblico; messa a disposizione, previa convenzione, della porzione di specchio d’acqua di nuova realizzazione alle associazioni che operano sul territorio (es. Associazione Nucleo Sommozzatori Treviglio e Squadra Italiana Cani Salvataggio).

E ce ne sono 15, di righe, per dichiarare tutto il resto. Cioè che la società è stata contattata per fornire il materiale inerte necessario al compimento delle opere pubbliche in fase di realizzazione sul territorio comunale; che le aree di nuova escavazione si trovano a poche centinaia di metri dalle aree sulle quali stanno costruendo le infrastrutture; che l’impiego del materiale derivante dall’ampliamento del bacino esistente per la costruzione di dette opere garantirebbe una importante riduzione del traffico pesante che si svilupperebbe sul territorio comunale qualora fosse trasportato da aree esterne al territorio comunale stesso.

Insomma, se BreBeMi ha risolto i problemi di approvvigionamento di materiali inerti, abbiamo la linea ferroviaria AC/AV (ex Alta velocità) del consorzio CEPAV che ha altrettanto bisogno di enormi quantità di materiale, e come BreBeMi passa qui nei pressi. Dove prendere, allora, sabbia e ghiaia con il Piano cave della Provincia di Bergamo bloccato e da rifare?

Dall’ampliamento del laghetto a scopo ricreativo e per le esercitazioni di sommozzatori e cani da salvataggio.

Sui cittadini trevigliesi, in cambio di una attività ludica incrementata (non si sa se gratis) graverà qualche problema in più, a partire dalla enorme vulnerabilità della falda se si scende a 19 metri (più la falda è affiorante, più è esposta alla contaminazione degli inquinanti), fino ai 92 camion al giorno che andranno avanti e indietro col materiale escavato. Se lo merita il Roccolo, che sta a due passi?

La proprietà si impegna a cedere il materiale inerte a un prezzo congruo per le esigenze di contenimento dei costi delle opere in costruzione (forse CEPAV o forse, meno probabile, la società Autostrada bergamasca). Ma ai Trevigliesi cosa ne verrebbe in tasca, se non una falda acquifera messa in difficoltà e un buco in più nel territorio, celato da un laghetto più che doppio con le piante intorno, di cui non pare si sentisse proprio il bisogno?

La società ha chiesto la verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) con il presumibile obiettivo di sentirsi dire che non è soggetta.

Le osservazione sulle criticità del progetto vanno presentate entro 45 giorni dalla pubblicazione sul BURL.

Osserviamo, gente, osserviamo: sembra proprio il caso.

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