Ferrovie da terzo mondo e stipendi da faraoni

pendolari“Salgo in carrozza, e sono immediatamente colpito da un odore forte misto di sudore e di cibo; comincio a guardarmi intorno, le poltrone sono sporche, i vetri peggio e per terra non mancano cartacce e bottiglie. Mi auguro di essere salito sul vagone sbagliato e mi sposto sul successivo: non cambia e nemmeno quello dopo. Rinuncio a trovare qualche cosa di meglio e mi siedo, due ragazzi seduti sui sedili vicino al mio, hanno le gambe distese sui sedili davanti con le scarpe che insozzano quello che già non è pulito. Vedo avvicinarsi un controllore e dentro di me penso che farà una bella lavata di capo ai due maleducati, e invece tira dritto come se non avesse visto, intanto passa una giovane donna che, per come è vestita sembra una mendicante professionista, e mi chiede un’elemosina. Sono arrivato in stazione con la preoccupazione di perdere il treno (preoccupazione infondata perché il treno è arrivato e partito in ritardo) e non ho fatto a tempo a passare dalla toilette della stazione, ma a questo punto ne ho bisogno e vado verso quella del treno, non ci sono indicazioni ma mi dico prima o poi la trovo, e infatti la trovo, ma è fuori servizio, ne cerco un’altra, è aperta e libera: sarebbe stato meglio il contrario perché è di una sporcizia indecente! Non riesco ad utilizzarla e ne cerco una terza: non cambia e mi sacrifico trattenendo il fiato e imprecando tra me e me…”.

Il raccontino precedente è quanto normalmente capita a chi usa i treni non “Freccia rossa” o “Argento” o “Italo”, che invece almeno fino ad ora sono veloci, in orario e discretamente puliti ed ordinati. Certo il biglietto costa molto di più, ma pochi ricordano che quei treni viaggiano su binari totalmente nuovi, costruiti con capitali derivanti dalle tasse di tutti i cittadini (sì, anche di quelli che viaggiano sui treni fatiscenti del raccontino di prima), gli stessi cittadini che per anni si sono trovati con un servizio che peggiorava mentre tutto veniva investito per i treni veloci ed oggi per la TAV.

Se poi pensiamo che il manager numero 1 di quello “schifo” che prima ho descritto guadagna più di € 800.000 all’anno, non possiamo che provare totale adesione all’annuncio fatto dal presidente del Consiglio che il suo stipendio sarà ridotto a soli (!) € 300.000.
Sperando che non sia solo un annuncio e che poi, come quasi sempre avviene, l’iniziativa rientri.

Ho scritto quanto sopra perché mi sembra che i problemi dei pendolari trevigliesi che finalmente sembrano farsi sentire per riuscire ad ottenere qualche miglioria e soprattutto la riattivazione della fermata alla Ovest dei treni Milano-Bergamo siano parte integrante di una disservizio più generale e il risultato di scelte che non vedono gli utenti al primo posto negli interessi di gestisce il servizio.

Ciliegina sulla torta, probabilmente l’Europa multerà pesantemente l’Italia, perché non ha provveduto a creare un codice dei viaggiatori e quindi di nuovo noi cittadini pagheremo gli errori e le inefficienze di manager ed amministratori.

Forse il titolo di questo articolo avrebbe dovuto essere: “CORNUTI E MAZZIATI”…

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