La BreBeMi è mezza piena o mezza vuota?

brebemiA giudizio di chi l’ha utilizzata, è piuttosto vuota. Per la società promotrice, è in linea con le aspettative

Abbiamo assistito alla guerra dei cartelli, quello comparativo dei costi di percorrenza con la A4, ora tolto. Conosciamo le incompletezze di quest’opera che ne pregiudicherebbero l’utilizzo: mancano i cartelli segnaletici che la indicano; la Tangenziale Est Esterna (TEEM) di Milano, nella quale la BreBeMi confluirà, non è ancora completata; mancano le aree di servizio… Insomma è troppo presto per giudicare. Però qualche riflessione non possiamo esimerci dal farla.

Cominciamo dalla concorrenza con la A4. Se entrambe le società temono la concorrenza (vedi la guerra dei cartelli), si è portati a pensare che non ci sia “traffico” a sufficienza per entrambe e che al riempirsi di una si svuoterà l’altra, condannando comunque una infrastruttura ad essere poco o comunque meno utilizzata. Problemi loro, si potrebbe dire, pensando soprattutto alla BreBeMi come una impresa privata. Problemi nostri, diciamo noi, visto che questa concorrenza è costata zero Euro (per ora) alla fiscalità generale, ma decine di ettari di terreno coltivabile alla collettività. Terreno non certo ceduto a prezzi di mercato, ma espropriati. Asfalto che difficilmente tornerà terreno agricolo in caso di sottoutilizzo dell’autostrada. Si riqualificano le aree industriali più inquinate o persino le discariche, non ci pare la autostrade.

Potremmo auspicare che il traffico aumenti tanto da utilizzare a pieno entrambe le infrastrutture. Cioè che d’ora in avanti si preferisca il traffico su gomma a qualsiasi altra alternativa. Auspicabile ovviamente per i gestori delle autostrade, non certo da parte dell’ambiente.

Si spera ovviamente in uno sviluppo economico della zona portato dalla nuova arteria. E qui c’è poco da fare: o si pensa che i caselli portino turismo (va bene che la “bassa” è bella, però…) ed avremo uno sviluppo alberghiero, oppure porteranno capannoni ed interporti. Basta percorrere la A4 nel tratto Milano–Bergamo per avere un’idea di quello che potrà succedere lungo la A35 se tutto andrà bene, cioè se ci sarà un effettivo utilizzo di questa strada come asse portante di un nuovo sviluppo manifatturiero, crisi permettendo.

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro di quest’opera. Sappiamo tutti invece cosa abbiamo perso in termini di consumo di suolo e di territorio.

Inoltre, chi usa il treno, scegliendo una mobilità pulita, sa quanta vita perde in ritardi, stress, arrabbiature utilizzando carrozze stracolme (quelle si!!), non sempre pulite e climatizzate come dovrebbero essere.

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