La nuova legge sulla diffamazione è sbagliata. Cambiamola

tre-scimmietteSu questo sito e sul giornale che distribuiamo gratuitamente a tutte le famiglie trevigliesi, pubblichiamo articoli che trattano della nostra realtà particolare, difficilmente vi troverete notizie di respiro nazionale.

Stavolta è diverso. Perché in questi giorni c’è una legge in discussione in parlamento che riguarda da vicino noi, il Popolo Cattolico, il Giornale di Treviglio, La Tribuna e tutti quelli che a diverso titolo e in forme e “media” diversi si occupano di notizie: sia attraverso la stampa, la radio, la TV o Internet; sia a livello locale sia nazionale.

Si tratta della nuova legge sulla diffamazione.

Nata per eliminare la possibilità della detenzione a seguito di una diffamazione si è arricchita via via di dispositivi che potrebbero complicare, e molto, la vita di chi si occupa d’informazione.

I punti più criticabili sono:

  • obbligo di pubblicazione della rettifica “senza commento e senza risposta e senza titolo”. Chiunque, non condividendo quanto pubblicato, avrebbe diritto ad una rettifica senza possibilità di contro replica.
  • obbligo di pubblicare la rettifica on line “non oltre due giorni dalla richiesta” e “all’inizio” dell’articolo contenente la notizia cui si riferisce. Avverrebbe così che il lettore leggerebbe prima la rettifica e poi l’articolo!
  • obbligo di ottenere la rimozione da Internet e dai motori di ricerca dei contenuti diffamatori o dei dati personali trattati in violazione di disposizioni di legge. Potrebbe portare ad una richiesta indiscriminata di rimozioni d’informazioni e notizie dal web se ritenute diffamatorie.

L’introduzione di sanzioni pecuniarie (fino a € 50.000) ininfluenti per i grandi gruppi editoriali ma di sicuro deterrente per la piccola informazione indipendente.

Come strumento di pressione un gruppo di associazioni ha promosso una raccolta firme per modificare quello che si prospetta come un bavaglio alla libera espressione.

Fra queste citiamo Articolo 21, Altro Consumo, Libera, Confronti.

Tra i firmatari Stefano Rodotà, Gad Lerner, Lucia Annunziata, Vauro, Marco Travaglio.

Per un’informazione più dettagliata e per firmare la petizione consultate: http://nodiffamazione.it/

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