Un sindaco grimpeur, ma sugli specchi

pezzoni66E così, al posto di ricondurre alla ragione una  Lega Nord che aveva annunciato la volontà di far mancare il numero legale al Consiglio comunale convocato espressamente sulla petizione che riguarda Piazza Setti (il Comitato del No certifica ben 2645 firme raccolte), Pezzoni si accoda alla Lega e dichiara in conferenza stampa che non parteciperà al Consiglio. Né lui né i tre consiglieri del gruppo “Io Treviglio”, che sarebbero gli ex PdL, nucleo base della futura lista civica a sostegno della sua ricandidatura. Meno che meno si faranno vedere gli Assessori.

Nel giustificare questa scelta, il Sindaco si è arrampicato sugli specchi con osservazioni speciose e di tipo formale, che nulla hanno a che vedere con la questione di fondo.

Cioè che la Conferenza dei Capigruppo che ha deciso di convocare il Consiglio il 21 maggio in seduta ad hoc per trattare l’argomento petizione, è stata convocata e ha deliberato nel rispetto delle regole vigenti, alla presenza del Segretario generale, che è il garante delle regole stesse.

A parità di rispetto delle regole e di ricorso al cosiddetto voto ponderale, il Sindaco non può considerare lecita la scelta di una data di convocazione quando è decisa dalla sua maggioranza e considerare “scelta politica” – cioè, dal suo punto di vista, non accettabile e quindi da non rispettarsi – una deliberazione che invece l’ha visto in minoranza rispetto ai suoi desiderata.

Lo stesso Sindaco che, quando gli è stato chiesto di modulare le convocazioni del Consiglio in modo che non cadessero tutto l’anno (e da quattro anni) sempre e solo di martedì – il che esclude un consigliere di minoranza (Lingiardi) dalla partecipazione certa per motivi acclarati e non personali – non ha fatto un plissé e ha lasciato che prevalessero le isterie della Lega che d’abitudine boccia qualsiasi richiesta che provenga dalla minoranza. Stavolta non con la solita aulica risposta (“chissenefrega”), ma con un pensiero più articolato (e messo a verbale): “La Lega può partecipare ai Consigli solo di martedi”. Si vede che nelle altre serate della settimana devono stampare o stirare o risciacquare o smacchiare le felpe di Salvini.

Questo nel metodo. Nel merito, la questione piazza Setti – con i suoi quasi 6 milioni di spesa e i 13 e passa milioni di introiti dai parcometri sottratti nei prossimi 35 anni alle casse comunali per farli entrare in quelle della STU, amministrata dall’assessore Mangano, –meriterebbe un’ulteriore riflessione, come chiede un pacchetto di firme di cittadini non indifferente. Invece una Amministrazione irritata come non mai e una Lega democratica solo con i suoi di referendum, su questa questione vogliono spegnere i riflettori. E in fretta. Nonostante il bando per l’assegnazione dei lavori non abbia ancora prodotto un incarico e quindi ci sia il tempo per una ulteriore valutazione.

Da qui gli aut aut, il braccio di ferro, i niet, le regole accettate solo quando si ha voglia.

La morale cronologica della favola, a parer mio, è questa:

  • la Lega ha deciso di mostrare la sua faccia più dura a minoranze e cittadini firmatari annunciando, durante la Conferenza dei Capigruppo e per voce del capogruppo Giussani, che avrebbe operato per mandare all’aria il Consiglio convocato per giovedì 21. Scelta confermata dal segretario e vicesindaco Imeri;
  • il Sindaco ha accettato (o ingoiato?) questa decisione per ovvi motivi: con l’assenza dei quattro consiglieri della Lega sarebbe “andato sotto” in caso di votazione della petizione. E comunque non è nelle condizioni di prendere le distanze dal suo alleato di ferro.

Considerazioni sulla morale della favola:

  • non si capisce la mossa del Sindaco (chiamarlo “scivolone” sarebbe un eufemismo) né che cosa tema: la petizione, se dovesse passare, non costituirebbe automaticamente revoca della delibera su piazza Setti. La revoca vera e propria necessita di una seconda e ulteriore deliberazione di Consiglio. Che paura ha il Sindaco di affrontare una delibera del genere, quando in condizioni normali ha la maggioranza dei voti (nove sicuri: Fumagalli, Sghirlanzoni, Cologno, Risi, i quattro della Lega e il suo)? Mistero.

Sia come sia, non si è mai visto un Sindaco – che rappresenta una città e quindi tutti i cittadini – far mancare il numero legale a un Consiglio comunale, che è la massima espressione della democrazia cittadina.

Io non l’ho mai visto e non pensavo di poterlo vedere.

Qui si è perso il senso delle proporzioni. E per certi versi anche il buon senso.

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