A proposito della “schisèta”

Con il nuovo regolamento del Servizio di refezione scolastica la passata Amministrazione ha inteso porre un freno al mancato pagamento della mensa di cui usufruiscono gli scolari delle scuole trevigliesi: in sede di iscrizione non avranno diritto di accedere alla mensa gli utenti che non siano in regola con i pagamenti delle quote. Forse potranno portarsi il pasto da casa.

In questo articolo volevamo sottolineare che — sebbene sia corretto scovare chi, pur potendo, non paga il dovuto — mai e poi mai il bambino deve essere penalizzato, tenendo conto che il pasto collettivo fa parte dell’attività didattica, rappresenta un momento molto importante di socializzazione e non può diventare un momento di esclusione e emarginazione.

Da qui l’importanza di valutare caso per caso.

A tal proposito la prof. Simona Bussini, in data 09 dicembre 2015, con sollecito il 12 dicembre 2015, in quanto Consigliere comunale effettuava una “richiesta di accesso agli atti”, ponendo una serie di domande per capire meglio cosa ci stava dietro a questi mancati pagamenti, chi e perché non pagava.

In particolare si voleva conoscere: quante sono le famiglie inadempienti e, tra queste, quante sono le straniere e quante le italiane, quanti solleciti sono stati inviati da parte dell’Amministrazione, quante famiglie dopo i solleciti hanno saldato il loro debito…

Solo in data 14 gennaio la richiedente ottiene una risposta dove la società ACME, gestore del servizio, afferma che i dati richiesti possono essere estratti soltanto a mano (non esistono report automatici per elaborarli), il che richiederebbe un impegno lavorativo stimato in due giorni di lavoro per un costo pari a € 930 più IVA!

Va bene che anche la democrazia ha un costo, ma che ottenere informazioni utilizzabili per valutare l’operato di un’Amministrazione comporti un esborso da parte di chi ha il diritto–dovere di controllare (l’opposizione) è proprio il colmo. Le richieste fatte sono relative ad informazioni che l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto avere, visto che ha intrapreso l’azione contro gli inadempienti attraverso la mozione presentata da un consigliere comunale e accolta dal Sindaco e assessore ai servizi sociali. Su che base fondano le scelte? E come pensano di agire se non conoscono il fenomeno?

Non solo, a complicare la questione nella stessa risposta, proprio come in un gioco di scatole cinesi, si afferma che i solleciti sono eseguiti dalla società Elior (appaltatrice per il Comune), quindi sui mancati pagamenti è meglio rivolgersi a loro.

Rivedere tutta la materia, approfondire la situazione analizzando caso per caso, è forse la strada più lunga ma anche l’unica che impedisca di prendere cantonate e provocare discriminazioni e emarginazioni difficilmente comprensibili per i ragazzi che le vivrebbero in prima persona. Anche a causa, magari, di genitori fraudolenti.

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