A proposito di “Tariffa puntuale”: risparmiare è possibile

Un appunto alle affermazioni del Sindaco Imeri sui risultati “miracolosi” dei Comuni che hanno deciso di passare dalla TARI alla tariffa a corrispettivo, più conosciuta come tariffa puntuale. «Molte Amministrazioni stanno facendo questa scelta — spiega il Sindaco, pubblicando poi dati sull’aumento della raccolta differenziata — nel contempo però si registra un degrado delle rogge e delle zone periferiche per l’abbandono dei rifiuti. Se pago per quanto smaltisco, qualcuno ha la tentazione di smaltire zero. Certo sarebbe il sistema ideale, ma siamo scettici che si possa applicare a una città delle nostre dimensioni. Treviglio è pulita e gradevole, non vorremo ritrovarla in condizioni diverse».

In verità il Paese reale ci fornisce dati diversi. Innanzitutto se i risultati miracolosi fossero attribuiti agli abbandoni nelle campagne, avremmo montagne di spazzatura in giro per l’Italia, invece ci ritroviamo con i sacchetti sparsi a bordo strada indipendentemente dalla scelta dell’uno o dell’altro metodo di raccolta dei rifiuti e tariffazione utilizzata.

Certo, come ha affermato il consigliere Calvi, del Movimento 5 Stelle, durante il Consiglio comunale, la tariffa puntuale è un primo passo, ma serve un cambio di modello culturale perché, senza quello, non si va da nessuna parte.

Il Sindaco indica limitante la dimensione territoriale per applicare la tariffa puntuale, ma è proprio così? Quali sono gli esempi italiani dove la tariffa puntuale è stata adottata?

Oramai tutti conoscono gli esempi virtuosi di Ponte nelle Alpi (che ha primeggiato nelle classifiche di Legambiente negli ultimi rapporti Comuni Ricicloni) e di Capannori (che per primo ha introdotto in Italia l’uso di sacchetti dotati di transponder UHF abbinati alla tariffazione puntuale con il supporto tecnico della ESPER). Recentemente ha però destato parecchio interesse il caso di Parma, che ha applicato la tariffazione puntuale ai suoi 190.000 abitanti, raggiungendo il 72% di raccolta differenziata già nei primi 6 mesi dall’introduzione della tariffa puntuale e contestualmente ha ridotto la produzione di rifiuti del 6% circa.

Poi c’è Trento, con i suoi 120.000 abitanti, che dal primo gennaio del 2013 applica la tariffazione puntuale e nel 2015 ha superato l’80% di raccolta differenziata, con una diminuzione del rifiuto totale prodotto di circa il 10% dal 2013. Vi sono poi i consorzi di Comuni in cui è stata adottato la tariffazione puntuale, tra cui il Consorzio Priula, che conta circa 550.000 abitanti complessivi nei 50 Comuni serviti della provincia di Treviso, dove si raggiunge l’85% di raccolta differenziata, con una riduzione del rifiuto residuo a soli 55–57 kg per abitante all’anno.

Altre esperienze ormai consolidate e molto significative in termini di riduzione del rifiuto residuo e di riduzione dei costi del servizio sono quelle operate da ETRA SpA (75 Comuni per circa 600.000 abitanti nelle province di Padova, Vicenza e Treviso), dal Consorzio Chierese dei Servizi (124.000 abitanti in provincia di Torino) e dal Consorzio dei Navigli (circa 25.000 abitanti).

Signor Sindaco, come vede, le sue affermazioni vengono smentite dai fatti.
Se si volesse davvero percorrere una strada che porta all’aumento deciso della percentuale di riciclo, alla riduzione del volume dei rifiuti e anche dei costi a carico dei cittadini, la soluzione c’è: si chiama TARIFFAZIONE PUNTUALE e non c’è ragione plausibile per ritenerla non percorribile.

Movimento 5 Stelle Treviglio

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