Democrazia e polenta

Sono perfettamente consapevole che il problema della eliminazione (in vigore ormai da tre anni) delle Commissioni consiliari non appassioni più di tanto l’opinione pubblica. Forse le ritiene cose di forma e non di sostanza. È vero esattamente il contrario.

Per rendersene conto basta ascoltare le parole che ha pronunciato in proposito nell’ultimo Consiglio comunale Francesco Giussani, punta di diamante della Lega nostrana.

Le Commissioni consiliari – quelle in cui i consiglieri, presenti assessori e spesso dirigenti o tecnici del settore, acquisiscono informazioni, analizzano e discutono i punti che andranno alla discussione in Consiglio – sono “una perdita di tempo”. Una cosa, dice Giussani, che “permetteva ai vari Borghi, Ciocca, Lingiardi di fare casino e prepararsi e venire in Consiglio comunale a fare un ruolo che secondo noi non era del tutto corretto”.

Traduzione: svolgere il fondamentale ruolo di controllo degli atti amministrativi è “fare casino” e comunque non è un ruolo “corretto” (sic!). “Non capisco perché dobbiamo fare due volte lo stesso lavoro”, continua Giussy, e ci attacca la metafora a lui cara:”’Na olta che mange ‘na fèta de pulènta, capìse che l’è pulènta. Se qualcuno deve mangiarne tre…”.

Sfugge al Nostro che quelli che farebbero il lavoro “due volte” non sono gli stessi. Lui e la maggioranza vedono e decidono prima in maggioranza, poi chissà dove, e poi anche in Consiglio. Tutti gli altri no: affogano nei documenti ma sono tenuti all’oscuro di informazioni aggiuntive, implicazioni, problemi e via dicendo, cose che si conoscono solo all’analisi rigorosa delle deliberazioni fatta in presenza dell’assessore competente e del Dirigente del settore. Cosa che può avvenire in Commissione e in Consiglio no, perché il rituale imposto da Giussy & C. liquida tutto in un battibaleno, tranne per punti intrinsecamente gravosi come ad esempio il Bilancio.

Il controllo, che il Nostro riduce a niente, è fondamentale, sia perché i cittadini e le regole della democrazia lo hanno affidato a chi le elezioni non le ha vinte, sia perché a volte può preservare l’Amministrazione da errori (è già successo). E gli errori costano.

Il Commissario prefettizio ha eliminato le Commissioni per risparmiare i gettoni di presenza (una inezia cui per altro i consiglieri di minoranza rinuncerebbero senza problemi) e perché sono facoltative sotto i 30.000 abitanti. Ma per decenni Treviglio le ha avute lo stesso, come la stragrande maggioranza dei comuni lombardi. Dove sta il problema se non nell’orticaria per regole o consuetudini democratiche da cui è affetta questa maggioranza che si gratta, chi più chi meno, in nome di una presunta efficienza?

Anche la polenta comunque dovrebbe essere controllata, per via della possibile presenza degli ogm che poi possono produrre, come si vede, effetti preoccupanti.

Vivaddio il Sindaco ha dichiarato che, qualora divenissero obbligatorie per lo sfondamento del tetto dei 30.000 abitanti, le ripristinerebbe. O Signùr, ga mancherèss!

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