Le donne dell’UDI chiedono a Valentina Tugnoli di fare un passo indietro

Alla Presidente della Commissione Pari Opportunità, Valentina Tugnoli
p. c. Ai/alle componenti la Commissione Pari Opportunità
p. c. Al Sindaco
p. c. All’Assessora alle Pari Opportunità
p. c. Al Consiglio delle donne

Avvicinandosi I’8 marzo, giornata internazionale della donna, la cui tradizione fu reinventata dall’Unione Donne Italiane, (oggi Unione Donne in Italia), ci sembra importante ripassare alcuni aspetti luminosi della storia politica delle donne italiane.

Fin dall’inizio della Repubblica le donne sono state presenti nei partiti che hanno segnato la rinascita democratica e materiale di un Paese uscito da una terribile guerra; in questi tristi tempi, in cui troppo spesso manca il rispetto dovuto tra avversari politici, vogliamo ricordare soprattutto che in molte occasioni le parlamentari, senza distinzione ideologica o di partito, seppero mettersi d’accordo per l’approvazione di norme e leggi che hanno rappresentato passi avanti determinanti per la crescita democratica di tutto il Paese, anche contro le indicazioni dei partiti di appartenenza, dimostrando di saper interpretare un ruolo rappresentativo in forme originali e autonome per ideali più alti degli interessi di parte.

Tra le tante leggi approvate ricordiamo la stesura degli articoli fondamentali della Costituzione, in particolare dell’art. 3 e, nel 1996, in una stagione politica totalmente diversa, la legge contro la violenza sessuale, classificata finalmente come crimine contro la persona, cancellando gli articoli del codice Rocco (del tempo fascista) per i quali era semplice reato contro la morale, di minima gravità.

Sono tra i molti passi di quella che possiamo definire l’invenzione della democrazia paritaria, compito specifico delle Commissioni per le Pari Opportunità e dei Consigli delle donne che, istituiti da vari Consigli comunali in Italia, appartengono alla stessa temperie politica di ricerca stabile di un accordo, indipendentemente dai partiti di appartenenza, insieme al riconoscimento del ruolo fondamentale dell’associazionismo nell’alimentare una democrazia a forte partecipazione popolare, in particolare femminile.

Ricordiamo questa storia perché ci preoccupa e ci inquieta il rischio che oggi si producano brutte storie, anche da parte delle donne. Ci riferiamo all’episodio di cui è stata protagonista Valentina Tugnoli, che ha portato a una spaccatura nella Commissione Pari Opportunità, nominata dal Sindaco, e alle dimissioni di due componenti, alle quali va la nostra solidarietà.

Non capiamo se la leggerezza con cui Tugnoli, presidente della Commissione, ha commentato la sua azione sulla stampa e su Facebook sia frutto di superficialità occasionale o stile politico consueto.

In entrambi i casi sarebbe saggio per lei fare un passo indietro e forse, saggiamente, qualcuno dovrebbe consigliarla in tal senso, perché un errore si può rimediare, con azioni che rendano concrete, oltre che dichiarate, le scuse dovute, mentre la rivendicazione della propria stessa leggerezza finisce per certificare un’incompetenza che non può essere consentita in nessuna istituzione, indipendentemente dal partito di appartenenza.

Non crediamo possa esserci vanto per una presidente nel dividere una commissione che può operare per il bene delle cittadine proficuamente e in modo condiviso, sia al suo interno, sia insieme al Consiglio delle Donne. Il ruolo assunto di garantire l’effettiva attuazione dei principi di uguaglianza e di parità tra i generi non può permettere certamente a Valentina Tugnoli di vantare incompetenza e di agire con faciloneria in un momento in cui abbiamo tutte e tutti bisogno di idee e proposte politiche, da qualsiasi parte provengano.

Siamo l’associazione femminile che ha contribuito alla nascita della Repubblica democratica e vogliamo guardare con fiducia alle istituzioni e in particolare alle donne che ricoprono incarichi significativi per il cambiamento positivo delle nostre vite.

Per questo scriviamo: qualche volta un passo indietro ti mette in un mondo inaspettatamente più grande.

UDI Velia Sacchi

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