Non è un paese per donne

Bene ha fatto il sindaco Pezzoni ad assegnare, all’insegna del rinnovamento, anche la delega alle Pari opportunità al suo Assessore ai Servizi sociali. Bene. Benissimo. Perché anche qui si rifà tutto da capo, si riparte da zero. Uno zero che più zero non si può. A cominciare da zero donne nel truppone dei consiglieri pidiel-leghisti.

La platea dei Consiglieri comunali espressi dalla maggioranza PdL e Lega è infatti tutta rigorosamente al maschile. Zero donne su 10 consiglieri. Zero su 11 se si conta il Sindaco. Che è consigliere pure lui.

Le uniche presenze femminili in Consiglio siedono sui banchi della minoranza (Borghi, Bussini, Ciocca). In Giunta siedono due donne, perché fortunatamente il nostro Statuto prevede non meno di un terzo di assessori al femminile: non si poteva farne a meno neanche volendolo.

Uno dice: si sa, nella competizione corre chi ha più fiato, tesse chi ha più filo. Mica vero. Per correre e per tessere bisogna prima di tutto esserci. Allora andiamo a vedere come era la situazione ai nastri di partenza.  Scopriremo che le pari opportunità, cioè l’uguaglianza nelle opportunità, non c’era nemmeno prima che la competizione cominciasse.

Qualche dato: candidate donna 5 su 16 (lista PdL), 2 su 16 (lista Lega). Totale 7 candidate su 32. Quante chance potevano avere le donne? Ce l’ha fatta, infatti, solo la potente coordinatrice del PdL, una che di gioco di preferenze se ne intende. Ma alle correligionarie non è rimasto nulla. Cooptata lei in Giunta, di donne del centrodestra in Consiglio comunale non ce n’è mezza: tutte a casa.

Le candidate delle tre liste dell’ex sindaco Borghi (ABS, Sinistra per Treviglio e PD) erano 20 su 47. Oggi i consiglieri arancio sono 4, tre dei quali donne.

Conclusione: per fortuna l’amministrazione Borghi ha istituzionalizzato, dotandolo di regolamento, sede e finanziamento (con capitolo specifico in Bilancio), il Consiglio delle Donne. Per fortuna l’amministrazione Minuti varò a suo tempo lo Statuto con la clausola della quota di presenza femminile, altrimenti le pari opportunità sarebbero ancor più dispari.

Come diceva Totò, “E poi dicono che uno si butta a sinistra!”.

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