Treviglio: PGT, impossibile continuare i lavori

Non parteciperemo ulteriormente ai lavori di deliberazione sulle osservazioni al PGT adottato”. Netta la dichiarazione con cui i consiglieri Francesco Lingiardi e Ariella Borghi (PD) e Daniela Ciocca (lista civica ABS) hanno aperto la dichiarazione congiunta letta in aula oggi, alla riapertura dei lavori del Consiglio comunale di Treviglio sul PGT.

La maggioranza – legittimamente perché ha vinto le elezioni – sta scardinando in toto il PGT adottato, senza presentarne uno proprio, che non ha o che non ha il coraggio di mettere a disposizione del Consiglio e dei Trevigliesi. Lo smantellamento sta avvenendo in due direzioni. In primo luogo utilizzando lo scudo delle prescrizioni della Provincia e soggiacendo anche a quelle che prescrizioni vincolanti non sono (vedi il parere del consulente giuridico del PGT, avv. Viviani e, in parte, quello dello stesso Segretario comunale), il che stravolge tutta la pianificazione della zona sud. In secondo luogo, utilizzando le osservazioni dei cittadini come grimaldello per modificare il Piano delle regole e incrementando nelle norme tutti gli indici di edificabilità (che siano richiesti o no, non importa). Ma né Sindaco né maggioranza ci hanno mai prospettato quale pianificazione urbanistica hanno in testa, né consentito di conoscere quale sia il complesso delle nuove regole introdotte e come le variazioni delle regole impattino complessivamente sulla città, sul suo sviluppo, sul suo ambiente e sul suo tessuto sociale. Non si possono assumere deliberazioni al buio o facendo atti di fede. 

Non intendiamo essere l’alibi di nessuno. Abbiamo chiesto informazioni e dati per esprimere un voto consapevole (consapevole anche delle sue conseguenze). Non li abbiamo avuti. Non ce li hanno deliberatamente messi a disposizione, il che priva il voto delle garanzie di oculatezza, serietà e piena legittimità. La confusione che così hanno creato non è un mero dato tecnico: è un dato politico, funzionale all’obiettivo di mischiare le carte delle responsabilità nel tentativo di renderci corresponsabili di un pastrocchio urbanistico. Nessuno contesta alla maggioranza di avere un’idea diversa dell’uso e dello sviluppo del territorio. Gli elettori l’hanno legittimata a governare. Che la palesi questa visione, dica qual è il suo Piano di Governo del Territorio. È suo diritto farne uno suo, ma è suo dovere comunicarlo al Consiglio e ai cittadini. Invece si limita a stravolgere quello che c’è e ad annunciare nel contempo una successiva “variantona” non ben definita da mettersi a punto in un futuro tavolo interistituzionale. 

Per ora comunque sappiamo di certo che la maggioranza Lega–PdL :

  • dice sì alla destinazione a polo industriale–logistico della zona sud 
  • dice sì all’interporto di Caravaggio (il che significa — checché se ne dica — capannoni e incremento di traffico in una zona già provata ambientalmente dalle infrastrutture sovraccomunali) e creazione di una zona ‘a parte’ e non integrata nella città, piegata a servizi che richiederanno una precisa tipologia di manodopera non qualificata (chi ha orecchi per intendere intenda, basta vedere cosa succede a Brignano);  
  • incrementa a manetta gli indici di edificabilità riavvicinandoli sensibilmente a quelli del vecchio PRG, lo stesso che ha consentito di costruire case i cui abitanti possono, dal balcone, dare la mano al vicino del balcone di fronte
  • liberalizza in maniera indiscriminata le destinazioni d’uso e senza nemmeno tentare di prevedere quali effetti possono produrre sugli equilibri di funzioni all’interno della città; 
  • abolisce un parco agricolo pubblico di 2 milioni di mq.;
  • si prepara a distruggere l’agricoltura nella zona agricola più pregiata, a est della città e , già che c’è, ci infila un’altra bretella come se non bastasse la riqualificazione (vedi Bollone) del piano viario esistente.

La minoranza che rappresentiamo ha lavorato fino ad oggi sul PGT con grande responsabilità, garantendo in qualche occasione anche il numero legale. Noi non intendiamo accettare oltre la scorciatoia che mette in campo strumenti tecnici per mascherare scelte politiche e gioca alla confusione dei ruoli e delle responsabilità. Non possiamo continuare a partecipare a votazioni che, per somma e per concrezione, definiscono qualcosa che non si capisce cosa sia, dentro un PGT che è stato del tutto stravolto. 

Non chiedevamo la luna: solo di essere messi nella condizione di svolgere il nostro compito. Abbiamo preso atto che non c’è un reale atteggiamento di rispetto democratico nella sostanza, e non solo nella forma, delle prerogative di ciascuno. Le opinioni possono essere differenti. Ma i diritti sono uguali. Da qui la nostra decisione”.

Francesco Lingiardi, Ariella Borghi, Daniela Ciocca

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.