Sparirà il Liceo classico statale a Treviglio?

Faccio seguito all’articolo del 23 ottobre 2011 nel quale Simona Bussini ci descriveva gli effetti della manovra economica estiva di Tremonti. È stata una estate pericolosa e non ce ne siamo quasi accorti. Una mazzata che ha investito tutti, anche le scuole, nonostante la sbandierata “qualità” dei servizi scolastici.

Ma cosa succederà alle scuole superiori del nostro territorio?

Di chi sono le competenze?

OGGI, anno scolastico 2011–2012

A Treviglio abbiamo quasi tutti i corsi di studio della secondaria di secondo grado (scuole superiori per intenderci) ma viviamo anche una realtà anomala rispetto a tutte le città italiane di pari dimensioni: abbiamo oltre alle scuole statali ben 3 scuole private (Salesiani, Collegio degli angeli eFfacchetti). Una tale situazione si riscontra solo nelle aree metropolitane.

Infatti alcuni corsi di studio sono finiti a Caravaggio e Romano di Lombardia.

Treviglio Cantoni Treviglio Weil Treviglio Oberdan Treviglio Righi+Mozzali TreviglioZenale e Butinone
TECNICO, PROF.LE e IeFP LICEO TECNICO TECNICO, PROF.LE e IeFP TECNICO, PROF.LE e IeFP
Agraria Classico Amministrazione finanza e marketing Chimica Servizi commerciali
Linguistico Elettronica Turismo
Artistico Informatica e telecomunicazioni Grafica e comunicazione
Meccanica IeFP Grafica Multimediale
Logistica e trasporti IeFP amministrativo segretariale
IeFP Manutenzione e assistenza tecnica IeFP nel turismo

Nota: IeFP = corsi professionale regionali di durata triennale.

Nel panorama descritto in tabella si riscontrano alcune anomalie:

  1. il polo tecnologico Righi–Mozzali è in decisa riduzione del numero di classi. Tant’è che alcuni indirizzi non vengono attivati e un intero edificio è vuoto e chiuso.
  2. il liceo linguistico è attivo a Treviglio, a Caravaggio e a Romano di Lombardia. Insomma ben tre licei linguistici in meno di 15 chilometri, quando in tutta la provincia di Bergamo ce ne sono sei.

DOMANI, cosa ci riservano la Provincia di Bergamo e Pirovano con le decisioni della sua Giunta?

Ebbene sì. È proprio la Provincia di Bergamo a prendere le decisioni in merito a quali corsi di istruzione superiore attivare, quali sopprimere, quali accorpare. Ma anche quali scuole spostare da un edifico ad un altro. Non sono più il Ministero alla Istruzione ed il vecchio Provveditorato agli Studi (ora si chiama Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo). La Provincia con la sua Giunta, non il Consiglio provinciale con le sue competenze di indirizzo.

Il piano è scritto sentite le Amministrazioni comunali ed i Dirigenti scolastici. Peccato che in questi due anni sono stati sentiti in conferenze di servizio convocate ai primi di ottobre, quando le delibere provinciali andavano assunte entro la fine di ottobre.

Ma cosa succederà in un futuro neppure troppo lontano? 

LICEI LINGUISTICI: 3 licei linguistici sono davvero troppi, l’ideale sarebbe accorparli in uno solo. In questo modo l’offerta formativa diventerebbe davvero importante, con la possibilità di inserire lo studio di lingue straniere che oggi non è possibile proporre. Troppi licei con limitato numero di classi. Ma anche accorparli in una unica struttura a TREVIGLIO se vogliamo ancora essere la capitale della bassa e teniamo presenti le prossime infrastrutture che ci attraverseranno.

Ma questo accorpamento comporta decisioni “scomode” che la Provincia non ha voglia di accollarsi ed allora la proposta che si legge tra le righe sembra essere:

  • eliminazione del liceo linguistico di Caravaggio (a quale prezzo il presidente Pirovano, Caravaggino DOC, cede il liceo?)
  • spostamento delle classi di Caravaggio sul linguistico Weil di Treviglio
  • ma il prezzo da pagare sembrerebbe essere l’eliminazione del Liceo classico dal Weil di Treviglio per aggregarlo al Liceo scientifico di Caravaggio.

Una decisione davvero “brillante”, che non prende in considerazione i reali bisogni della scuola, delle famiglie, del territorio e delle questioni legate anche alla mobilità.

Una decisione davvero “brillante”, che considera prioritari solo gli interessi di alcune comunità rispetto ad altre. Insomma i soliti interessi particolari e non una visione di insieme che tenga conto del bene collettivo.

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