L’Italia sono anch’io

C’è uno scandalo da sistemare ed i tempi sono maturi perché se ne parli e si arrivi rapidamente ad una conclusione che rispetti la dignità e l’uguaglianza delle persone. Mi riferisco alla cittadinanza almeno per i ragazzi, figli di immigrati che sono nati in Italia e stabilmente vivono, studiano, lavorano e condividono con noi le sorti di questo Paese. Gli atti di violenza di alcuni non possono cancellare questa legittima richiesta.

Per molto meno (il voto degli Italiani all’estero, anche per chi da generazioni vivono, lavorano e pagano le tasse in Sudamerica!) si è arrivati ad una conclusione già da tempo.

Si potrebbe, e dovrebbe bastare, ricorrere alle parole dette dal Presidente della Repubblic,a Giorgio Napolitano («In Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza per i bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negare questo diritto è un’autentica follia, un’assurdità. I bambini hanno questa aspirazione»), dal Presidente dei Vescovi, Angelo Bagnasco («Emerge così il problema anche dello status dei bambini di immigrati che vedono la luce nel nostro Paese, e che frequentano la scuola fianco a fianco dei nostri bambini, avviati insieme nell’unico sentiero della vita»), dal Ministro per la Cooperazione internazionale e per l’Integrazione, Andrea Riccardi («Ritengo che si debbano cominciare a riprendere i lavori in materia di cittadinanza almeno per affrontare il problema dei bambini nati in Italia figli di stranieri che sono qui da un certo periodo») ma il sospetto è che si faccia fatica a leggere e a vedere poco più in là del proprio naso.

Forse varrebbe la pena fare esperienza e ascoltare per meglio comprendere che ci sono steccati artificiosi che non hanno senso e ci fanno perdere una incredibile ricchezza a portata di mano. Niente è facile e certamente ci sono anche problemi, ma chi non ne ha? Qui c’è la grande opportunità per una generazione, la nostra, che non ha patito la violenza assurda delle guerre del passato e che può sdebitarsi consegnando alle prossime generazioni un mondo più pacificato.

E allora, una volta tanto, ascoltiamo prima di farci delle idee sbagliate. Ascoltiamo le diverse testimonianze dei ragazzi su questo sito.

C’è anche un bel contributo video di Andrea Camilleri che riassumo con questa frase: «Credo che in Italia si profili la necessità  di un secondo risorgimento, un risorgimento di rinascita e questo compito non può essere che dei giovani Italiani. Io mi auguro che abbiano a loro fianco gli immigrati  e i figli di immigrati diventati cittadini italiani a tutti gli effetti con diritti di voto».

Se però non si è stanchi di leggere si può anche andare a questo sito.

C’è una campagna in corso ed una raccolta firme per due distinte riforme: una riforma del diritto di cittadinanza che preveda che anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni. Per raggiungere questi obiettivi le due proposte di legge di iniziativa popolare debbono raccogliere 50.000 firme entro la fine di febbraio 2012. I riferimenti nella provincia di Bergamo sono disponibili in questo sito.

Chissà se anche a Treviglio ci sarà spazio per un ragionamento che coinvolga il voto amministrativo. Il prossimo appuntamento è nel 2016: si può fare.

 

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