Quando le felpe non servono

barcaNell’agosto del 1938, mentre in tutta Europa la pressione tedesca era già altissima e gli Ebrei già avviati verso lo sterminio (insieme agli oppositori politici, zingari, omosessuali…) la Svizzera decise di chiudere le sue frontiere ai profughi. Noi abbiamo chiamato persecutore e assassino il regime tedesco (ed i suoi affiliati), perseguitati gli Ebrei e complici con i persecutori gli atteggiamenti come quello svizzero.
Problema per niente facile da gestire, visti gli equilibri di forze in gioco e i flussi da centinaia di migliaia di persone in cerca di salvezza. Qualcuno tra gli Svizzeri ha cercato di dare una mano rischiando di persona, altri hanno fatto finta di niente, ma allora nessuno hai mai pensato di dire che i profughi andavano aiutati dove abitavano perché sarebbe stata una idiozia, vista la guerra in corso e le camere a gas già pronte.

Cambiamo secolo e ancora osserviamo un flusso simile per quantità e disperazione. Dalle tante guerre e violenze ancora in corso scappano persone (uomini, donne e bambini con e senza i propri genitori), non se ne andrebbero dalle loro case e famiglie se non fosse così. L’Italia ha dapprima giocato la carta del respingimento (con i famosi accordi bilaterali con quel “simpatico” di Gheddafi), poi i governi sono finalmente cambiati e si è capito che era un’azione disumana (come la chiusura della Svizzera nel ’38). Si è mutato atteggiamento, cercando di salvare in mare i disperati in fuga, provando a coinvolgere l’intera Europa in una azione corresponsabile. Prima li aiuti poi ragioni, perché fare il contrario è “piuttosto” pericoloso.

Si dice: “Non possiamo ospitare tutti quelli che scappano dall’Africa”. È vero, ma intanto tu provi a salvarne più che puoi, se stanno precipitando in mare. Semplicemente perché sono persone.
Siamo consapevoli del fatto che il problema è complicato e nessuno ha le ricette. Ma perché dobbiamo registrare le parole di idioti che dicono che queste persone devono essere aiutate nei loro Paesi?

Ci mandino Salvini con le sue felpe colorate a fare quattro chiacchiere in Siria o a convincere la gente che preme per salire sui barconi che è meglio restare in Libia a godersi il sole dopo che si sono attraversati mezza Africa a piedi. Se riesce a convincerli lui, siamo tutti felici.
Ci vada lui con la sua bella faccia tonda a non raccogliere in mare bambini e donne che stanno annegando, come pretenderebbe da marinai e pescatori.
Se la Lega Nord ha ricette serie su come governare questi flussi epocali, le metta in campo, altrimenti stia zitta e non intralci i lavori.

Se queste ricette non le ha, eviti di comportarsi come quelli che chiudono i loro confini e spieghi alla gente perché l’Amministrazione comunale attuale di Treviglio si è rifiutata per tre volte di ospitare 3 profughi (tre di numero) su richiesta del Prefetto di Bergamo. Al Sindaco Pezzoni dovremmo dire: “Prima dai una mano a salvare la gente e poi fai i tuoi bei discorsi, non il contrario”.

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