Bisogna proseguire sulla strada dei regolamenti restrittivi e della sensibilizzazione. È di qualche settimana fa la notizia che il Comune di Treviglio ha vinto il ricorso al TAR promosso da una sala giochi locale, che contestava l’orario di apertura imposto da un regolamento comunale, approvato anche dalle opposizioni, di qualche mese fa. Si era vietata infatti la possibilità di giocare 24 ore su 24, permettendo l’utilizzo di qualsiasi apparecchio da gioco, sia esso installato in un bar o tabaccheria o in sale gioco, dalle 10 alle 24.
Ma si può fare di più. Si deve fare di più.
Bisogna insistere su questa strada della regolamentazione degli orari (che appare vincente) facendo ad esempio come il Comune di Milano, dove il gioco d’azzardo è consentito dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23, pari a 8 ore al giorno, rispetto alle 14 in cui è permesso giocare a Treviglio. Così facendo si renderebbe difficile l’accesso al gioco alle categorie più deboli: giovani, studenti e anziani.
Si stima che nella sola Milano si è passati dai circa 4.230 euro di giocate raccolte al mese per ogni slot machine (ce ne sono circa 8.000!) durante il primo trimestre 2014, ai 2.050 euro del 2015. E questo a causa delle sole limitazioni d’orario.
Non solo. Il regolamento regionale che impedisce la nuova installazione di apparecchi per il gioco che non rispettano la distanza di 500 metri dai luoghi sensibili (oratori, chiese, scuole, centri sportivi, ecc.) è da considerarsi valido anche per il rinnovo delle licenze al loro scadere. È quindi urgente una mappatura del territorio di Treviglio che indichi le zone off limits al gioco d’azzardo (in base alla distanza dai luoghi sensibili) dove non saranno più rinnovate le concessioni scadute.
Non solo. Entro fine marzo Regione Lombardia emetterà un bando per concedere finanziamenti ai Comuni che elaboreranno un progetto per combattere il gioco d’azzardo. Più volte abbiamo ricordato quanto è possibile fare in proposito: incentivare la rimozione delle macchinette concedendo sconti sulle imposte comunali; finanziare campagne di informazione alla cittadinanza, ai giocatori, agli esercenti contro i pericoli della ludopatia; istituire numeri verdi, sportelli a cui rivolgersi, promuovere campagne pubblicitarie ad hoc, finanziare gruppi di auto-aiuto per chi soffre di ludopatia, e tanto altro. Tre milioni di Euro – questa è la cifra che Regione Lombardia metterà a disposizione, con un massimo di 50.000 euro per ciascun ente locale.
Un’occasione che non bisogna lasciarsi scappare.