Cheopezz & Basiliothep e il salasso delle casse comunali

2-manifestoHanno ragione QuellidelComitatoPiazzaSetti ad aver raffigurato Beppe Pezzoni sindaco nelle vesti del faraone e il suo assessore Basilio in quelle del suo gran visir e gran sacerdote. Hanno ragione a dire che “i custaia meno i piramidi”. Tutto sommato Cheope, Chefren e Micerino sono stati risparmiatori oculati e attenti investitori nel turismo qualche millennio prima che il turismo esistesse.

Se Treviglio invece pagherà cara la maledizione del faraone lo dovrà proprio a loro. A Cheopezz e a Basiliotehp.

Perché?
Traduco in breve l’articolato intervento del consigliere Lingiardi nel Consiglio comunale del 24 u.s., quello in cui l’Amministrazione comunale ha varato il progetto bis del parcheggio di Piazza Setti e l’acclusa convenzione. È stata una dettagliata analisi del perché l’operazione è condotta a totale svantaggio per le casse comunali e per il bilancio comunale, e invece a sproporzionato e stupefacente vantaggio per le casse della STU “Treviglio futura”, che è il braccio con cui viene condotta l’intera operazione e vede attualmente come Amministratore Unico l’assessore ai LL.PP. Basilio Mangano.

STU, cioè Società di trasformazione Urbana che oggi è al 100% del Comune, ma domani – statuto alla mano – potrebbe essere anche all’80% di privati.

Vado per punti.

1.      ogni esternalizzazione di opera pubblica deve essere conveniente economicamente rispetto alla realizzazione diretta fatta dal Comune. L’operazione Piazza Setti non lo è. Perché se il Comune non realizza direttamente, si pagano le tasse sugli utili (580.000 euro in 20 anni, tanto quanto dura il mutuo). Perché i cittadini pagheranno l’Iva al 22% sui parcheggi di Piazza Setti (1.110.000 euro in totale) fino al 2050.

2.      Perché la progettazione è esterna (il valore in genere è il 10% di quello dell’opera) anche se ci sono dipendenti comunali assegnati part time alla STU.

3.      La STU parte con un capitale sociale di 120.000 euro. A fine 2036, secondo il piano finanziario presentato, il capitale sociale (nello stato patrimoniale) è di 1.200.000 euro. Con un ritorno dell’investimento e un indice di redditività del 1000%! (Piace vincere facile?). Certo che la STU si lecca le dita, perché si mette in tasca un bel gruzzolo: 1,2 milioni di euro.

I nostri liberal chic ci dicono: è l’imprenditoria, ragazzi. Chi rischia il capitale deve avere un ritorno.

Peccato che la STU non rischi niente. Il finanziamento dell’operazione viene dalla concessione del diritto di incassare i proventi dei parcometri di 7 parcheggi a pagamento che si aggiungono ai proventi del nuovo parcheggio di Piazza Setti. Sono soldi che la STU userà per pagare le rate del mutuo che va ad accendere con la BCC e poi per la gestione del parcheggio. Soldi che non entreranno più nelle casse comunali e che quindi non finanzieranno più la spesa corrente (il titolo del bilancio da cui si prendono i soldi per l’assistenza sociale, per la cultura, per lo sport ecc. ecc.) con cifre considerevoli. Che ce ne facciamo di una piazza in più se non ci saranno più i soldi per farla vivere di iniziative?

Per gli amanti dei numeri, queste sono le cifre. La STU accende un mutuo per 3.600.000 euro più interessi per 1.312.000 euro. Realizza l’opera con un impegno finanziario di 4.570.000 euro. Utilizza per finanziare la propria operatività i proventi dai parcheggi comunali valutati, nei 20 anni del mutuo, 7.375.000 euro.

STUpiti? Anche noi.

Ma ancora più STUpefatti perché la concessione degli introiti dei parcheggi non finisce con l’ultima rata del mutuo, come noi umani potremmo pensare, ma si prolunga per altri 15 anni, fino al 2050.

Non avanti Cristo, ai tempi di faraoni e visir, ma dopo Cristo.

Concludeva il consigliere Lingiardi con queste parole: “Risulta evidente dal punto di vista dell’equilibrio finanziario una sproporzione di valore economico a completo favore di Treviglio Futura ed un evidente danno per le entrate di parte corrente del bilancio del comune che si può valutare in 1 milione e 780 mila euro in 20 anni: 1,2 milioni di capitalizzazione STU più 580.000 euro di tasse sugli utili.”

Pensate che qualcuno abbia controbattuto alle osservazioni di Francesco Lingiardi e alla sua analisi economico-finanziaria dell’operazione?

Neanche un plissé. Da amministratori che normalmente ingaggiano stizziti dibattiti quando viene loro contestata una virgola…

Invece, niente di niente. Neanche una parola. A dimostrazione indiretta che, tra i vari talloni d’Achille dell’operazione, la mancata convenienza economica per il Comune occupa probabilmente il primo posto.

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