Delitto su “commissione” /3

Sono trascorsi più di tre mesi da quando il Commissario prefettizio dott. Alfredo Nappi — con un colpo di mano, non so quanto spontaneo — ha deciso l’abolizione delle Commissioni consiliari con la scusa di una spesa “inutile”, pari a circa 4.000 euro annui, riferita ai gettoni di presenza dei Consiglieri comunali.

Ricordo che, in pieno ballottaggio, tale decisione ha provocato al reazione dei due candidati sindaco, Erik Molteni e Juri Imeri, i quali hanno espresso il loro parere. Molteni si è dichiarato fortemente contrario alla abolizione, promettendo il ripristino, in caso di vittoria. Imeri si è detto perplesso a riguardo della decisione e che non avrebbe mai proposto una misura così netta.

A campagna elettorale terminata, con l’elezione a Sindaco di Treviglio, Juri Imeri non poteva certo lasciarsi sfuggire un assist così ghiotto come l’abolizione delle Commissioni consiliari, una vera rottura di scatole se si pensa che, prima di ogni Consiglio, la Giunta avrebbe dovuto presenziare alle tre Commissioni consiliari (Bilancio, Urbanistica e Sociale).

Il Sindaco, quindi, ritira quanto detto in campagna elettorale e propone — in sostituzione delle Commissioni consiliari abolite — la formazione di “Gruppi di lavoro” composti da Consiglieri e cittadini, con lo scopo di facilitare il momento partecipativo ai problemi amministrativi, l’apporto delle organizzazioni sociali e politiche presenti nel territorio, contribuendo alla elaborazione e alla soluzione dei temi assegnati.

Peccato che questo modo di fare conferma la morte delle Commissioni consiliari e diminuisce la portata e l’ufficialità di proposte che eventualmente dovessero arrivare dai banchi dell’opposizione che invece, se formulate nel contesto dei gruppi di lavoro, verrebbero diluite in una discussione a larga maggioranza filo–governativa.

Non siamo di certo contrari alla partecipazione attiva dei cittadini, ma siamo anche certi che con l’eliminazione delle Commissioni consiliari verrebbe meno l’azione di informazione, di istruttoria e di controllo sugli atti amministrativi da parte delle minoranze in Consiglio comunale.

Il 25 ottobre arriverà in Consiglio comunale una mozione per il ripristino delle Commissioni consiliari firmata da Molteni e da Cristina Ronchi, ma personalmente mi sarei aspettato una azione forte e corale di tutte le minoranze, che denunciasse quel taglio all’informazione, alla partecipazione e quindi alla democrazia che sembra coinvolgere tutte le istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali.

Attenzione, perché ogni diritto perso non torna più!

1 thought on “Delitto su “commissione” /3”

  1. La legge è uguale per tutti perché scritta.
    In effetti anche noi del Movimento Cinque Stelle abbiamo presentato una mozione per il ripristino delle commissione consiliari, ma non è stata immediatamente iscritta all’ordine del giorno del consiglio comunale per un’intoppo di natura tecnica. Ovviamente ci teniamo a evidenziare che, come oramai hanno compreso tutti, i gruppi di lavoro sono uno strumento totalmente diverso. Come ho sottolineato in Consiglio Comunale siamo entusiasti di ogni partecipazione dei cittadini al dibattito, la perplessità riguarda per noi il meccanismo di coinvolgimento della cittadinanza che diverrebbe maggiormente attiva e il principio di totale autonomia propositiva che riteniamo inderogabile, altrimenti non parliamo che di strumenti amministrativi disegnati dalla maggioranza “ad uso e consumo” interno. Infatti la regolamentazione esterna allo statuto di fatto costituisce una modalità di maggiore plasticità, diciamo anche di snellezza formale.
    Ma veniamo alle Commissioni Consiliari. Riteniamo il maggiore errore strategico della maggioranza il fatto di non aver monopolizzato il dibattito sulle Commissioni quando era opportuno farlo, per quanto ci riguarda la funzione propria delle Commissioni è difficilmente surrogabile ed è per questo motivo che continueremo nel solco dell’iniziativa che abbiamo iniziato nel Consiglio Comunale trascorso.

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