L’addio a Pino Conti e l’importanza dei negozi di quartiere 

Pino Conti, storico commerciante trevigliese, è mancato pochi giorni fa all’età di 76 anni.

Pino, titolare della storica bottega di viale Battisti, era il gestore dell’ultimo alimentare generico al dettaglio del centro di Treviglio, che aveva chiuso solo due settimane prima, dopo 50 anni di operosa attività.

Parole di cordoglio sono arrivate dai moltissimi clienti e amici e dal presidente dei Commercianti Trevigliesi, Gabriele Anghinoni: “La città perde una grande figura, fu tra i primi a cooperare tra le realtà commerciali del nostro territorio”.

La scomparsa di Pino Conti ci deve anche far riflettere su un fenomeno in atto nelle nostre città: la desertificazione del centro storico. A fronte della crescita del comparto turistico–ricettivo (ristoranti, bar e alberghi) è in corso una forte riduzione dei negozi tradizionali, in particolare degli alimentari al dettaglio. A causa della spietata concorrenza di ipermercati e supermarket localizzati nelle periferie o nei grandi centri commerciali, il piccolo negozio di quartiere soffre un enorme calo di vendite, a fronte di una continua pressione fiscale.

Cosa può fare il consumatore? Ognuno di noi può chiedersi: “Quanto vale per me il fatto di avere un negozio sotto casa, in cui ricevo un saluto, un sorriso cordiale, in cui magari mi fanno credito se ho dimenticato il portafogli e in cui posso anche scambiare due parole e chiedere un consiglio?”.

Per quanto possibile dovremmo ricominciare a supportare le piccole realtà commerciali di paese e di quartiere. Si tratta di un modo semplice per dare una mano all’economia locale e a persone che lavorano in modo onesto e che magari conosciamo di persona da tempo.

Per anni i proprietari di piccoli negozi hanno svolto la loro attività con passione e così hanno potuto mantenere le loro famiglie. Poi la situazione è cambiata e le saracinesche hanno iniziato ad abbassarsi. Alcuni temerari ancora oggi cercano di aprire una nuova realtà proprio dove un vecchio piccolo negozio aveva ormai chiuso, ma purtroppo non sempre i risultati corrispondono alle speranze ed ecco che nel giro di pochi mesi il tentativo fallisce e in centro ci sono sempre più negozi vuoti.

Conoscere di persona i negozianti, le commesse e le cassiere, scambiando quattro chiacchiere, ci rende più umani, vitali e cortesi. Inoltre, a nostra insaputa, nel nostro piccolo centro potrebbero essere nati un nuovo negozio bio o una nuova erboristeria a cui vale la pena dare fiducia.

Impariamo a riconoscere l’importanza del “lato umano del commercio” e ognuno di noi può scegliere piccole realtà cittadine da sostenere, per un centro città più bello e più vivo, come avrebbe voluto anche il nostro stimato Pino.

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