Bello il progetto dell’ex Upim. Anche l’assessore è contento. Benvenuto!

Ex Upim: abbattono il muro perimetrale e appare la bellissima vista del Santuario e dei cortili del Castrum vetus. Miracolo? No, è quanto prevede il progetto messo in cantiere dalla Giunta Borghi. Eppure…

Rimango sempre basita quando leggo dichiarazioni come quelle rilasciate sulla ristrutturazione dell’ex Upim dalla Amministrazione comunale per voce di Basilio Mangano, assessore ai Lavori Pubblici. Non tanto per la ricostruzione della storia — che ormai fa parte della mitologia dell’ex Upim, per cui ognuno racconta la sua come se corrispondesse in toto alla verità — quanto per lo stupore con cui l’assessore scopre oggi le opportunità offerte dal progetto degli architetti Pastorini, Benfatto e Sammartino, attualmente in fase di realizzazione.

Delle due l’una. O l’Amministrazione comunale attuale non conosce il progetto né il lungo iter che ha portato alla redazione del progetto esecutivo attualmente in cantiere nel centro di Treviglio, il che è piuttosto grave. Oppure fa finta di non conoscerlo. Il che non è meno problematico.

Cominciamo dall’osannato ‘cannocchiale’ verso il santuario. Dice Mangano: “a seguito dell’abbattimento del muro perimetrale del primo piano del fabbricato, è venuto alla luce un inusuale ma apprezzabile nuovo rapporto visuale tra la piazza e il complesso visuale della Madonna delle Lacrime… una nuova realtà visiva che consente, a quanti attraversano Piazza Garibaldi, di cogliere un importante simbolo identitario della città”. Testuali parole.

Infatti è esattamente quello che prevede il progetto degli architetti romani, adeguato nei materiali alle richieste della Sovrintendenza e recepito nel progetto esecutivo. La visuale è venuta alla luce per parto pilotato, mica per caso. Il progetto è esattamente così. Questa prospettiva “inusuale” che ha tanto soddisfatto oggi l’assessore, è stata voluta e cercata.

La trasparenza della scatola di rivestimento dell’intervento è totale: i cittadini hanno potuto constatarlo dalla riproduzione del progetto sui teloni che erano posti a protezione del rischio di distacco di pezzi del vecchio edificio. Hanno fatto della gran ironia (Treviglio Libera e dintorni) su quel telone, dicendo che era una “cartolina”, che sarebbe stato solo un poster-ricordo di un’opera mai realizzata. Per fortuna non fanno i chiromanti: avrebbero avuto pochi clienti.

Non vi sono infatti mai stati dubbi sulla visibilità nuova che le demolizioni mirate avrebbero regalato alla città: vista verso il santuario ed i cortili del Castrum vetus da piazza Garibaldi, vista verso il campanile dalla terrazza panoramica.

Queste visuali completamente liberate erano esattamente previste dal progetto appaltato. Ma tutto questo Alice non lo sa… cantava De Gregori. E mica solo Alice. Però, se adesso anche l’assessore è contento, lo prendo per un apprezzamento postumo.

A riprova di quanto affermato posso rinviare alla relazione illustrativa al progetto architettonico del gruppo di progettisti che fanno capo all’arch. Pastorini, punti che ritornano sempre uguali dalla fase preliminare a quella esecutiva, testimoniando la continuità assoluta delle intenzioni progettuali. Sono documenti ufficiali a disposizione degli amministratori: basta leggerli o farseli almeno raccontare dagli Uffici. Vi si parla di “luogo aperto e vetrina sulla città, per tutta la città”, di “dare luogo a questa riattivazione del centro attraverso l’incremento di nuove funzioni ricettive, comunitarie e culturali”, di nuova immagine dell’edificio affidata ad una copertura leggera trasparente, un grande giardino d’inverno panoramico per la comunità di Treviglio da cui sarà possibile inquadrare gli edifici circostanti ed il campanile di Treviglio, icona storica del territorio bergamasco, da un punto di vista privilegiato, ecc. ecc. Più chiaro di così!

Veniamo al resto. Il coinvolgimento dei privati. Il progetto che la Giunta Borghi ha deciso di realizzare stipulando l’appalto già prevedeva il coinvolgimento dei privati per alcune specifiche funzioni. Per la caffetteria bar ed il ristorante e i negozi di vicinato, infatti, gli spazi sono realizzati fino al rustico, lasciando libertà per le finiture ai futuri gestori. La ricettività in tutte le fasce orarie era già, evidentemente, uno dei punti qualificanti del progetto approvato. Ne è una testimonianza evidente il mix funzionale (commercio, socialità e cultura, ristorazione, tempo libero)  previsto dallo schema di utilizzo degli spazi che ora la Amministrazione Pezzoni mette in discussione.

Ma sull’integrazione del progetto ex Upim nel progetto complessivo culturale e di benessere sociale per la città ci ritornerò al prossimo giro, perché è un discorso lungo: lasciare il cuore del centro ai cittadini trevigliesi è uno slogan, ma dietro c’è sostanza. Quindi, alla prossima.

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