La politica italiana è come Angry Birds… aspettate un attimo, conoscete Angry Birds vero? Se non ne avete mai sentito parlare significa che molto probabilmente avete più di trent’anni o che non siete pratici di internet, se invece lo conoscete saltate pure il seguente paragrafo.
Angry Birds è un gioco, o meglio un videogioco, che grazie alla sua semplicità è diventato nel giro di pochi mesi un vero e proprio fenomeno mondiale diffondendosi come un batterio virale in tutti i dispositivi di gioco (dalla playstation fino ai cellulari). La trama è semplicissima: dei maialini di colore verde rubano alcune uova agli uccelli; la vendetta non può farsi aspettare, è necessario recuperare la prole perduta e così il (video)giocatore dovrà aiutare i pennuti, lanciandoli tramite una catapulta, ad abbattere le fortezze di legno dove sono nascosti i maialini e le uova rubate. Tutto qui.
Come stavo dicendo, la politica italiana è come Angry Birds: noi del popolo, o per lo meno noi che non abbiamo potere decisionale, siamo sempre più arrabbiati (“angry”) come gli uccelli del gioco mentre la classe dirigente, impersonata nel gioco dai suini, continua a volere le nostre uova, non si sa se per fame o per dispetto.
Certo, i maiali verdi (nomi e colori non si riferiscono a persone e\o partiti) fanno di tutto per farsi odiare: sfuggono alla giustizia, si costruiscono fortezze indistruttibili a colpi di leggi dove nascondere le loro malefatte, ridono ogni volta che i pennuti non riescono a passare il livello e ritornano a casa abbattuti e senza speranza.
Nel gioco c’è un terzo personaggio, messo in ombra dall’epico scontro tra le due specie animali: le uova.
Le uova sono i giovani, sono il futuro preso in ostaggio dalle decisioni dei governanti, sono il motivo per cui ci si batte ma che molto spesso viene perso di vista, offuscato dalla rabbia.
Il gioco ha ormai raggiunto la quota di 12 milioni di copie vendute, è distribuito in 3 versioni e conta più di 200 livelli. È un gioco potenzialmente infinito dove si può fare sempre di meglio, sempre di più, distruggendo qualche altra trave e facendo esplodere qualche altro maiale. Ma come possiamo fare per vincere? Ci deve essere per forza una fine…
Nel videogioco credo non sia possibile giungere a una conclusione, ma nella vita di tutti i giorni sì: se entrambe le parti deponessero le armi e iniziassero a collaborare potrebbero facilmente giungere a un lieto fine. È necessario che gli “arrabbiati” smettano di scagliarsi contro la classe politica (“sono tutti ladri”, “la politica non serve”, “fanno solo i loro interessi” sono frasi abusate che di certo non migliorano la situazione) così come, d’altro canto, è essenziale che pretendano serietà e competenza da chi ci governa.
Questo andazzo autodistruttivo della politica italiana, sempre in lotta con il popolo, non aiuterà certo a uscire dalla situazione di crisi; serve invece un radicale cambiamento da entrambe le parti, c’è bisogno di ritrovare la fiducia perduta nella politica e c’è bisogno di una classe politica che non si nasconda ma che si metta in gioco con noi per recuperare le uova perdute.
Dobbiamo smetterla di distruggere con la nostra ostilità tutto quello che abbiamo costruito negli anni e dobbiamo cercare di collaborare, da una parte perché è l’unica soluzione, dall’altra perché qualche maiale verde buono, schierato dalla parte degli “uccellini arrabbiati” esiste ed è pronto ad aiutarci.