Era il 30 di settembre quando i consiglieri di minoranza PD e ABS presentarono una mozione tendente a rendere pubblici redditi e situazione patrimoniale degli amministratori pubblici, in prima fila Assessori e Consiglieri comunali, sulla scia di quanto fatto nel quinquennio precedente.
Pur nella consapevolezza che, per Comuni inferiori ai 50.000 abitanti, tale prassi non è obbligo di legge, i Consiglieri di minoranza sostenitori della mozione chiedevano che si continuasse nella sana abitudine di rendere noti i redditi degli amministratori, di tutti gli amministratori, come scelta di responsabilità, di coscienza civile e di trasparenza. A maggior ragione in un momento in cui la politica, in larghe sacche, pare non rispondere più alle esigenze etiche della popolazione.
Mozione bocciata.
Viene invece votata dalla maggioranza una mozione diversa che, partendo dal presupposto che rendere noti i redditi è un optional lasciato alla volontà del singolo, inanellava capolavori espressivi che sono tutti da gustare.
“Preso atto della volontà di alcuni consiglieri comunali e amministratori pubblici di pubblicare la propria dichiarazione dei redditi (in pratica, ci sono consiglieri esibizionisti che vogliono mostrare il 730 o l’Unico aprendo all’improvviso l’impermeabile delle loro sostanze)
Preso atto che è inutile e capzioso appesantire la macchina amministrativa di un ulteriore regolamento (ma quale regolamento? Alla fine, con un emendamento, si chiedeva solo di depositare le dichiarazioni dei redditi)
Si impegna il Sindaco affinché predisponga, se non esistente, idonea strumentazione (ma che strumentazione? Ci sono i 730, i 740, gli Unico: manca forse una fotocopiatrice in Comune per poterli acquisire?) che consenta ai Consiglieri comunali e agli amministratori pubblici che lo desiderano (insomma, se proprio ci tengono, accontentiamoli) di poter rendere pubblica la propria dichiarazione dei redditi nel rispetto del pluralismo democratico (tradotto: ognuno fa quel cavolo che gli pare perché qui ci sono di mezzo i redditi, mica bruscolini) che contraddistingue questa amministrazione”. (se dribblare doveri di trasparenza e di rispetto per l’elettore è l’esempio di pluralismo democratico, speriamo che questa amministrazione si contraddistingua per altro).
Per la cronaca: dichiarare i redditi è stata prassi normale duranti le amministrazioni precedenti. L’amministrazione Borghi ha sempre pubblicato sul sito e inviato ai giornali i redditi di Sindaco, Assessori e Consiglieri (3 soli su 20 i Consiglieri non dichiaranti). Lo stesso hanno fatto e fanno a Caravaggio, in Provincia, in Comune a Bergamo. Senza problemi. I Consiglieri comunali trevigliesi Melli, Risi, Fumagalli, Sghirlanzoni, Ciocca Alessandro, Ferri, Premoli, Giussani, Merisi, Pignatelli invece i problemi devono averli trovati.
Per la cronaca, i Consiglieri di minoranza sostenitori della mozione bocciata (Borghi, Lingiardi, Bussini, Ciocca Daniela) hanno presentato la copia della loro dichiarazione dei redditi al protocollo del Comune in data 20 ottobre 2011. Ma ad oggi, tre mesi dopo, nessun reddito di nessun amministratore pubblico trevigliese è comparso all’orizzonte. Per ora, quindi, siamo, più che alla trasparenza, alla invisibilità.