Eroi e camerieri

Qualche mese fa abbiamo pubblicato un articolo che, commentando l’arrivo del Governo Monti, titolava “Tecnico sarà lei”, sostenendo la tesi che questo Governo, visto dai più come un’anomalia, proprio in quanto tecnico, consentiva alla politica (partiti e Parlamento) di fare la sua parte nella distinzione dei ruoli.

A distanza di alcuni mesi bisogna fare un passo avanti e riconoscere che Monti, visto quanto è successo in questi mesi, è più politico dei suoi predecessori degli ultimi 10 anni. E lo è, anche se per politica, si intende la parte “spoliticata” della politica; quella che riguarda gli schieramenti, le alleanze e il destino dei partiti stessi.

Monti è riuscito, facendo il tecnico (ma sarà vero?) a cambiare gli equilibri, sia a destra che al centro che a sinistra.

A destra, ha fatto saltare il patto d’acciaio Bossi-Berlusconi, spingendo all’estrema destra la Lega a ridosso de La Destra di Storace (guardatevi i filmati della manifestazione a Roma di quest’ultima di sabato 3 marzo, con i vessilli di San Marco tra le fiamme tricolori) e rompendo la sua alleanza con il PdL. Risultato: per rivalsa la Lega minaccia di andare da sola alle amministrative al Nord, consentendo cosi di contare veramente quanto vale il PdL oggi.

Al centro, ove si è garantito un nocciolo duro di consensi e voti “senza se e senza ma”.

A sinistra, dove ha riacceso le beghe di leadership interna al PD con il sempre–perdente Veltroni, al quale non pareva vero di aver per le mani un argomento come l’articolo 18 per ributtarsi nell’agone con le sue categoria di “riformista” e di “conservatore”. E dove a Vendola non è parso altrettanto vero di ricordare che lui è uno dei galli del pollaio, mica quello del pollaio accanto… E di Pietro che, per non essere da meno, cavalca la protesta “No TAV”, dicendo che sarebbe meglio farla passare altrove, senza però aver considerato le proteste dei cittadini di questa mitica città, “altrove”, ove tutti i politici mettono le risposte ai problemi quando non si vogliono schierare.

Quel che è però da notare è che Monti ed i suoi non hanno ottenuto tutto questo proponendo chissà quali nuovi equilibri politici, chissà quali alleanze o fondando un partito. Ma semplicemente facendo alcune cose ed annunciandone molte altre. Strategia questa, quella dell’annuncio, molto politica. E non nel senso migliore.

È bastato trasformare in decreti legge (o in annunci di decreti legge) alcune scelte di cui nei salotti si parlava, o di cui volutamente si evitava di parlare, da anni per far saltare il banco all’interno degli schieramenti. Mostrando quanto poco o nulla ci fosse di meditato e studiato dietro quel chiacchiericcio.

Verrebbe facile a questo punto aggregarsi al coro di coloro che, su quest’onda, si lanciano in strali contro la vecchia politica, i partiti che non intercettano più i veri bisogni ecc… Può darsi sia vero. Ma quando sentiamo gli stessi politici, che siedono in parlamento da decenni, usare questi argomenti e spiegare a noi come loro sono distanti dalla realtà, viene il dubbio (solo?) che ci stiano prendendo un po’ per i fondelli…

Ma c’è un però. Un però che a noi, che ci vediamo come l’opposto de “i politici”, a noi “italiano normale che lavora e paga le tasse” che temo faccia un po’ comodo non vedere in questo “effetto Monti” politico. L’aspetto più politicamente devastante del governo tecnico è questo: ha mostrato l’inutilità dell’elettorato. Non dell’elettorato in generale o come categoria astratta di un dibattito di filosofia politica. Ma dell’elettorato qui ed ora, degli elettori che hanno prodotto questo (e i precedenti) parlamenti e che adesso fingono di non ricordare.  Se basta un ex rettore di università, per quanto capace, attorniato da altri ex docenti più un gruzzolo di esperti, per rimettere pare in sesto una barca di 60 milioni di persone, cosa ce ne facciamo di 47 milioni di aventi diritto al voto? Dovremmo avere il coraggio di chiederci: ma se bastano alcune riforme, per ora più annunciate che fatte, miste ad un po’ di ragionevole serietà in chi le presenta, com’è che quegli altri (i “politici”) hanno fatto il bello e cattivo tempo per tutti questi anni? Chi gliel’ha data la maggioranza parlamentare a PdL e Lega? Chi ha consentito che a sinistra sopravvivessero le sigle e siglette che in 20 anni non sono state capaci tutte insieme di proporre una visione minimamente completa e dotata di senso e un governo (l’ultimo Prodi) che aveva più sottosegretari che progetti? Il successo oggi di Monti mostra il nostro, di cittadini, insuccesso degli ultimi 20 anni. E adesso che cresce, nell’italiano medio, il consenso verso Monti, con la stessa velocità con cui par crollare il consenso verso quel ceto politico che di certo non ci è stato calato dal cielo, tutti noi elettori dovremmo chiederci se ci sono mancati gli eroi o…

certamente non c’è eroe per il proprio cameriere, ma non perché l’eroe non è eroe, ma perché il cameriere è cameriere“. (Hegel, Lezioni di filosofia della storia)

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