Siamo alla vigilia di una scadenza elettorale complessa, che si inserisce in un panorama di crisi economica reale senza precedenti.
Nessun partito o esponente politico che ha governato negli ultimi anni — e che è quindi responsabile della gravissima situazione in cui versano milioni di famiglie italiane — accetta di assumersi le responsabilità di quanto accaduto.
E addirittura PdL e Lega hanno la forza di ripresentarsi insieme, chiedendo nuovamente il voto a cittadini che hanno portato ad un sensibile peggioramento delle condizioni di vita, se non alla povertà.
Ma allora chi è responsabile dei milioni di posti di lavoro perduti o affidati alla cassa integrazione? Chi è responsabile delle centinaia di migliaia di imprese chiuse o sull’orlo del fallimento? Chi è responsabile dei suicidi di onesti imprenditori che non hanno retto al fallimento della loro azienda?
Tutti? Nessuno?
Questo giornale ha fatto dell’affermazione “Non sono tutti uguali”, una parola d’ordine che propone anche in questa occasione. L’invito ai nostri lettori è quello a riflettere non sulle promesse che tutti oggi fanno, ma sulle cose che chi oggi si propone per la guida del Paese ha fatto fin qui.
Voti pure per chi ci ha governato fino ad oggi chi ha tratto vantaggio dal non pagamento delle tasse, dai condoni, dalle assunzioni clientelari, dagli appalti non trasparenti, da una politica che metteva al centro gli interessi dei più forti e trascurava i deboli…
Ma chi non si ritrova o non vuol ritrovarsi in quella compagnia scelga conseguentemente e vada a votare.
Non è mai stato così importante.