La folla e il deserto

451_La_folla_e_il_deserto_1Sabato, ore 21. Sono in via Roma a Treviglio e incontro un elegante signore evidentemente orientale, probabilmente giapponese, con valigetta porta computer d’ordinanza che, sorridendomi e in un comprensibile italiano, mi chiede: “Buonasera, dove è il centro?”. Penso mi prenda in giro, ma rispondo educatamente che lui è in centro, che via Roma è la via principale di Treviglio. Ride stupito e mi dice: “Centro? E dove è la gente?”

Già, e dove è la gente?

Alla stessa ora a Crema (più o meno gli stessi abitanti) nella via principale si cammina dovendo badare a non urtare gli altri passanti, e sarà così fino a tardi.

Certo il tema non è nuovo, ma probabilmente non è mai stato posto al centro dell’attenzione generale come dovrebbe. Perché mai una cittadina piena di movimento e di persone dal mattino fino alle 18:30–19:00 improvvisamente si svuoti fino a diventare un deserto, dove camminare diventa triste (quando non inquietante)? Perché mai i cittadini di Treviglio non passano il loro tempo libero anche passeggiando per le belle vie della loro città? Perché mai i commercianti, che in tutta Italia tendono a chiedere la possibilità di tenere aperto più a lungo possibile, non tentano di imitare i loro colleghi cremaschi (uso Crema come termine di paragone perché, essendo dimensionalmente simile, può offrire spunti per capire) che tengono aperti i loro punti vendita e non penso senza trarne vantaggio economico?

Parlando con i colleghi in redazione, abbiamo deciso di provare a studiare il fenomeno e di capirne le origini, le negatività, le positività e soprattutto se è possibile fare qualche cosa per cambiare. Tutti abbiamo presenti le belle serate estive quando, una volta la settimana, la città si anima di luci, di iniziative e di gente che vuole svagarsi e divertirsi un po’.

Per prima cosa credo sia necessario fare un salto indietro per capire se è stato sempre così o se è una deriva dei nostri anni. Per questo inviterei tutti coloro che hanno memoria storica, diciamo dagli anni Sessanta in avanti, di farci pervenire (una lettera o una mail anche brevissima può servire) testimonianze in questo senso.

Poi, poiché è frequentissimo scoprire che alla sera i Trevigliesi “emigrano” in altre località del circondario per trascorrere la serata, cercare di coglierne le motivazioni. Anche in questo caso invitiamo chi ci legge ad aiutarci a capire raccontandoci i perché personali (negozi aperti, musica, ristoranti/gelaterie, librerie).

È evidente che possono esserci anche delle controindicazioni (aumento del rumore, fastidioso soprattutto per i residenti in centro; aumento del traffico e della presenza di auto per chi verrebbe da fuori; necessità di controllo dell’ordine pubblico o altri aspetti che gli esperti possono indicare) ma guardando le foto sotto pubblicate non credo si possa far a meno di riflettere.

Certo parlare di queste cose quando la crisi economica falcidia le disponibilità delle famiglie può sembrare stonato. Ma ipotizzare di riuscire all’interno dei momenti di tempo libero ad offrire la possibilità di fruire di un momento musicale, una mostra o un dibattito, in poche parole un evento culturale, è sicuramente una prospettiva meritoria.

Chiediamo a chiunque abbia a cuore il problema di mettersi in contatto con noi.

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