La prima volta fu con il finanziamento pubblico dei partiti, abrogato con il referendum e poi reintrodotto di fatto; poi con il Ministero dell’agricoltura, anch’esso abrogato con decisione referendaria e poi “risorto” come Ministero per le politiche agricole. Poi il tentativo di reintrodurre il nucleare. E, infine, l’ultimo governo Letta in cui si batte ogni record: gli elettori nella loro quasi totalità si esprimono per un governo di cambiamento rispetto alla maggioranza che ha sorretto l’esperienza del governo Monti: sia la coalizione di centrosinistra che esprime la maggioranza ( “nessun governo con Berlusconi”), sia la coalizione di centrodestra (“mai con il PD”) che è seconda per numero di voti e sia il Movimento cinque stelle ( “contro ogni inciucio”) buon terzo con un numero altissimo di elettori!
Questo è un evidente esempio di assoluta non considerazione della volontà di tutti noi elettori che abbiamo espresso con grandissima chiarezza ciò che volevamo. I nostri eletti, in nome di un interesse superiore (probabilmente il loro interesse) fanno l’esatto contrario del mandato che hanno avuto. E come ci si può poi stupire e rammaricare se alle elezioni comunali di Roma è andato a votare solo il 50%? Perché andare a votare se poi gli eletti fanno ciò che vogliono? Sbagliato, sbagliatissimo, ma comprensibile.
Ma il fondo non lo abbiamo ancora toccato. Siccome non sono in grado di esprimere una proposta politica, tentano di cambiare le regole: non sono stati capaci di eleggere un Presidente della Repubblica senza ricorrere ad accordi e compromessi (cosa che rende il nostro Paese atipico e certamente unico nelle democrazie parlamentari con un presidente in carica per 14 anni)? Nessun problema, invece di analizzare l’incapacità del PD di essere un partito che vota unitariamente (vedi 101 misteriosi traditori) giudicano il “pasticcio” che hanno combinato come una disfunzione della Costituzione e vogliono cambiare quella!
Se è vero che la Costituzione deve essere rinnovata in alcuni articoli per adeguarla alla trasformazione del Paese è ancor più vero che rinnovamento non vuol dire stravolgimento! È compito di tutti difenderla nella sua stragrande maggioranza e chiederne invece l’applicazione. Giù le mani dalla Costituzione. E il primo passo per difenderla è quello della cancellazione del “porcellum”, che troppo condiziona il nostro Parlamento. Penso che questo sia l’obiettivo che dobbiamo darci per rendere il Parlamento più libero e in condizione di affrontare l’emergenza economica e sociale che non arretra di un passo.