Come tutti i giorni si parte per la passeggiata mattutina con Rocco, quadrupede di pura razza meticcia. Ci siamo appena trasferiti a Treviglio e siamo muniti di tutto per presentarci bene: guinzaglio, pettorina d’ordinanza, sacchetti, controsacchetti, paletta e ombrello, per me.
Alle 9:00, poca gente in giro a piedi, tipico livore invernale, le auto passano sollevando schizzi e quel sordo rumore di acqua che sciaborda sull‘asfalto. I marciapiedi sono puliti, le aiuole ben tenute ed ecco si presenta anche un bel parchetto per Rocco, proprio in centro città. Tuffa il muso nell’erba, soddisfatto, mentre io arranco con gli stivali di gomma.
Qualcuno mi chiama, toccandomi una spalla. “I giardinetti non sono per i cani!”, mi dice secco l’estraneo e indica un grande cartello bianco, che tra i vari divieti barra pure l’accesso ai cani, anche se al guinzaglio. Io e Rocco abbandoniamo il parchetto con tutte le nostre buone intenzioni e le nostre dotazioni da cittadini modello: peccato, sembrava un posto civile.