Camminando per il centro di Treviglio con il fedele Rocco, godiamo della primavera: i fiori, i prati verdi, l’aria frizzante e il cinguettio degli uccellini e… una colonna di auto di grossa cilindrata che dietro l’angolo ci fa ritornare coi piedi per terra.
Siamo nei pressi della Scuola Media Cameroni e dell’Istituto Salesiani, è l’ora dell’uscita degli alunni.
Orrore! SUV si accalcano su altri SUV, in traiettorie improbabili, sbuffando fumo e ospitando tutti, rigorosamente, un solo genitore agguerrito. La missione: caricare il singolo pacco–figlio prima possibile, uscire dall’ingorgo senza rigare la preziosa vettura e ripartire rombando a tutto gas, meglio se con il pacco–figlio distratto dallo schermo TV in vettura.
L’ampio parcheggio limitrofo? Neanche a pensarci! Neanche un passo deve esser fatto per ritirare il prezioso pargolo, magari un tredicenne alto 1 metro e 80. Si aspetta in macchina, appostandosi anche mezz’ora prima, per occupare il posto più vicino al portone della scuola; si aspetta seduti dietro al volante, navigando con lo smartphone.
Di eventuali strisce pedonali, cancelli, portoni, passi carrabili, delle altre auto che devono passare malauguratamente di lì e — ultimo, ma non per importanza — del pessimo esempio: chissenefrega. Non c’è tempo, neanche per pensarci.