Dalla cessione di Foro Boario alla Immobiliare Ossidiana, interamente posseduta da Coop Lombardia, l’Amministrazione riceverà i 3,6 milioni di euro necessari per realizzare il Polo Fieristico al di là della Stazione centrale, uno dei suoi principali obiettivi.
E’ così convinta di non avere altri intoppi per l’alienazione di Foro Boario che accelera sulla nuova fiera, sulla quale per altro pende presso la Corte di appello di Brescia una causa relativa al prezzo di esproprio dell’area.
Ma probabilmente il Sindaco, che continua a non ascoltare i trevigliesi, non ha il polso della situazione e non percepisce che la sua euforia e la sua fretta cozzano con una città che non riesce ad accettare quest’operazione di vendita/svendita, a trattativa privata, del patrimonio pubblico. Che pare cosa fatta, visto che nessun altro ha presentato entro il termine fissato (le ore 12 del 19 marzo scorso) una proposta di acquisto alternativa a quella di Ossidiana srl.
I cittadini, e soprattutto il Comitato del Quartiere Est, non si stanno rassegnando alla consegna, a scatola chiusa, in mano a un privato di questa parte preziosa della loro città, non intendono arrendersi a un Sindaco che per far cassa subisce le tante condizioni che l’acquirente impone e quindi continueranno a cercare argomenti e motivi che gli impediscano di raggiungere i suoi scopi.
Un’occasione per complicare la procedura di alienazione e forse ridiscutere il progetto di vendita è venuta dal parere espresso giusto due anni fa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Infatti tale parere, messo in relazione con la specifica proposta avanzata da Ossidiana, induce a ritenere che il Sindaco non potrà rispettare un’importante garanzia posta da Ossidiana-Coop, quella che sull’intero comparto di v.le Merisio non vi sia alcun vincolo di conservazione/ristrutturazione/manutenzione.
Da qui la presentazione di un’interpellanza che chiede al Sindaco di sapere come sia possibile rispettare la garanzia richiesta dall’immobiliare Ossidiana, visto che il Ministero del Beni Culturali:
- auspica che le norme del Piano Attuativo previsto per l’area siano volte a favorire interventi conservativi dei caratteri materici e tipologici;
- obbliga al preventivo ottenimento dell’autorizzazione della Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici ogni intervento edilizio che preveda il distacco di tutti gli elementi decorativi dell’edificio tra cui anche “le cornici intorno alle aperture e i parapetti della terrazza”, autorizzazione che può essere ottenuta dietro la presentazione di specifici progetti, in tempi che con quasi certezza non possono rispettare il cronoprogramma concordato tra Il Comune e l’Immobiliare Ossidiana;
- non esclude che, per la presenza nei pressi dell’area di una centuriazione romana, si possano rinvenire reperti archeologici che necessitino di scavi, di durata imprevedibile, che vanno sottoposti alla valutazione della Soprintendenza già citata.
Sarà compito del Sindaco spiegare, nel prossimo Consiglio Comunale di fine marzo, come potrà assicurare, allo stato attuale, l’assenza di vincoli sull’area di Foro Boario, stante la prescrizione di una preventiva autorizzazione della Soprintendenza che potrebbe escludere la demolizione dell’edificio denominato casa del custode (oggi sede Auser) oppure prescriverne la conservazione, anche solo di alcuni elementi.
Entro i termini indicati nella proposta Coop per l’approvazione del Piano Attuativo (31 ottobre 2015 adozione, 31 gennaio 2016 approvazione definitiva), non sembra realisticamente possibile assicurare il conseguimento di una favorevole autorizzazione della Soprintendenza né al riguardo della casa del custode, né al riguardo di altri vincoli che potrebbero emergere.
Può essere che, nell’accettare l’attuale proposta di acquisto di Foro Boario, l’Amministrazione comunale si assuma un azzardo che può divenire elemento di contenzioso o addirittura motivo di decadenza della proposta medesima.
Se così fosse, gli unici a stracciarsi le vesti sarebbero Giunta e maggioranza consiliare.