Abbiamo aspettato tre giorni prima di dire la nostra sulla laurea falsa dell’ancora Sindaco Giuseppe Pezzoni.
Abbiamo nel frattempo registrato i commenti di coloro che hanno parlato “delle sue grandi qualità umane”, di chi lo ha definito “prof sul campo” e di chi dice “ha sbagliato però è in gamba”. Non abbiamo ragione di dubitare della loro sincerità e del fatto che per queste persone sia stato realmente così.
Ma non possiamo, a freddo, tacere sul fatto che ognuno di noi è una cosa sola, dove aspetti positivi e negativi si intrecciano e definiscono un’unica persona. Non è possibile dire è “bravo anche se ruba”, “un ottimo avvocato anche se picchia la moglie”. Una la persona, indivisibile il giudizio.
Ci sono tre aspetti che chiedono una valutazione.
Sul cosa
Ci dispiace doverlo rimarcare ma a nulla valgono le sue qualità umane se sono costruite sulla falsità.
Non è sufficiente lavorare con professionalità se dichiarando il falso hai rubato ad un altro il posto di lavoro; non è sufficiente tenere in ordine la casa che ti è stata assegnata se l’hai ottenuta con una dichiarazione ISEE falsa. Ci ricordiamo le campagne di questa amministrazione contro I “furbetti” che occupano indebitamente con titoli falsi le case comunali. Ci ricordiamo la supponenza di fronte a presunte incompatibilità di consiglieri…
Prima di esprimere il giudizio sulla bontà o cattiveria di una persona ci sono le valutazioni più stringenti di comportamento giusto o sbagliato.
Se non rispettassimo questa regola di base cosa dovremmo dire a coloro che, pur capaci, non si sono potuti presentare per un lavoro di insegnante? Dovremmo spiegare che il comportamento eticamente corretto si può piegare all’interesse personale?
Sul come
Come messo bene in evidenza da Riccardo Nisoli nel Corriere della Sera di giovedì scorso la dichiarazione di Pezzoni non è avvenuta in modo spontaneo e dopo una sua analisi interiore gravata dal peso della colpa. Ha invece vuotato il sacco con un colpo a sorpresa quando ormai aveva il fiato sul collo dei giornalisti e dei vertici dei Salesiani e tutto era già stato scoperto.
Non gli fa onore anche se ha ricevuto gli applausi di chi evidentemente non si è reso conto della gravità della dichiarazione, scambiando l’astuzia e il tentativo di autodifesa in extremis con la sincerità di una confessione pubblica.
E non pare anche a voi che un simile scheletro nell’armadio avrebbe dovuto suggerirgli un profilo più basso, magari da semplice insegnante senza troppi clamori intorno, magari con un voto meno roboante del 110 e lode che si è autoassegnato? Invece negli anni il ruolo di preside, la presidenza di MIA e ruoli vari in altre società, Sindaco di Treviglio, candidato alla presidenza della Provincia, ricandidatura per le amministrative 2016. Fino a che punto si può essere sfacciati o talmente sicuri di essere al di sopra dei giudizi e dei controlli?
Un terzo elemento
Da subito, consapevole della gravità, ha rassegnato le dimissioni da dirigente e insegnante ai Salesiani.
Riteniamo lo abbia fatto non solo per un problema di carte bollate mancanti ma soprattutto per il venir meno di quel rapporto di fiducia sulla base del quale ogni lavoro si regge e tanto più quello di insegnante ed educatore dei ragazzi.
Perchè la stessa cortesia non è stata riservata ai cittadini di Treviglio presentando subito anche le dimissioni da Sindaco?
La sua maggioranza non può giocare di strategie attorno ad un simile comportamento ma voltare rapidamente pagina. Altro che “noi andiamo avanti con serenità” come ha annunciato Juri Imeri. Ma quale serenità vicesindaco?
Non si sostiene una casa costruita sulla sabbia.
Giuseppe Pezzoni ha bisogno di tempo per ripartire da una base diversa, più solida e lontano da ruoli pubblici. Trascinarsi nel ruolo di Sindaco non lo aiuterebbe e ogni sua decisione da amministratore lo allontanerebbe dal riscatto. Rialzarsi come persona deve essere da subito il suo unico compito.
La Redazione