Beppe basta

Pezzoni_fuga“Perché annunciare l’8 ottobre che si lascerà tra un mese e mezzo? Se le ragioni sono tanto serie da portare alle dimissioni, le dimissioni andrebbero date subito. Altrimenti, come si fa a evitare il sospetto che si resti in carica per finire operazioni contestate, come quella di Foro boario? Il tutto, usando le maniere forti: niente consiglio sulla mozione di sfiducia al sindaco, il centrodestra farà mancare il numero legale”.
Lo scrive Simone Bianco del Corriere Bergamo: lui ha il sospetto. Noi abbiamo la certezza.

Beppe Pezzoni non è uno che molla l’osso e si ferma perché l’arbitro fischia rigore. Molla perché non può fare diversamente. Ma lo farà tra un paio di mesi (dopo il 25 novembre ha ancora 20 giorni a disposizione prima dell’arrivo del Commissario). Accampando, tra le diverse scuse, quella che bisogna garantire che la città sia amministrata.

Né lui né i suoi tuttavia dicono mai che il Commissario prefettizio sostituisce in toto Sindaco, Giunta e Consiglio, provvedendo alle determinazioni necessarie. Non è che gli uffici comunali si fermano perché non c’è più un sindaco. Vanno avanti lo stesso. Per preparare atti, per ultimare pratiche in corso, per chiedere fondi, per dare esecuzione alle delibere, per dare servizi alla città.

Il nocciolo vero della questione sta in quello che il capogruppo leghista, pilastro in cemento-armato-doppio della maggioranza, ha dichiarato all’Eco, senza ad oggi smentire: «La scelta di Pezzoni è opportuna. Se ne andrà quando avrà lasciato il Comune in ordine». Il che vuol dire che oggi il Comune è in disordine. E siccome non si parla di fogli lasciati su scrivanie, di faldoni messi male negli armadi, di fili scoperti o di vetri sporchi, il disordine è quello dei conti.

Vendere Foro boario, o meglio perfezionarne la vendita concludendo un atto che forse il Commissario prefettizio potrebbe non avallare (è questa la fifa grande), non è l’unico modo per mettere a posto i conti.

Se vogliono proprio usare i due mesi di tempo che stanno rubacchiando in dispregio delle regole democratiche (manderanno a vuoto il Consiglio del 14 ottobre con all’odg la mozione di sfiducia), che rimettano a posto i conti del Comune di Treviglio con scelte diverse. La città non vuole essere privata di Foro boario: lo ha detto in tutti i modi.

Qui si fa passare per coraggio (d’obbligo citare il famoso “Non sono un coniglio”) quella che a parer mio è una buona dose di faccia tosta. E di prepotenza. Non si taglia la corda dai Consigli comunali regolarmente convocati. Anche le figuracce a ripetizione non fanno bene alla città.

Basta Beppe. Basta.

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