Le hanno chiamate “armi di distrazione di massa”. Definizione ineccepibile per una tecnica che dà i suoi frutti. Marci, ma sempre frutti.
L’ultima è la locandina farlocca attribuita al Giornale di Treviglio e affissa al solito albero anche non consenziente: quella che vedete sta appiccicata all’albero a fianco dell’edicola di via Curletti.
Titolo urlato in caratteri maiuscoli: PEZZONI DA FUOCO AL SANTUARIO. Occhiello: noi della redazione l’avevamo previsto!
Stabilito che è un falso, resta da individuare da chi proviene.
Non c’è bisogno di fare molte ricerche. Scrivere DA FUOCO con “da” senza accento, è come lasciare le impronte digitali.
Notoriamente c’è gente – tra politici e fiancheggiatori – che, pur in possesso di correttore automatico, la grammatica se la mette sotto i piedi.
Insieme alla grammatica, l’etica.
Perché, qual è lo scopo del finto burlone?
Quello di equiparare Il Giornale di Treviglio al Biligòt, numero unico autonominatosi satirico dove abbondano, in tempi di carnevale, le false locandine di film, le false notizie stampa, le false interviste, senza ingenerare problemi, perché alla satira tutto è lecito.
La locandina farlocca è un modo trasversale per togliere credibilità a quanto il Giornale di Treviglio ha scritto recentemente: dalla sentenza con cui la magistratura ha archiviato la denuncia di Imeri e delle Lega — che si ritenevano (senza esserlo, dice il giudice) — diffamati dagli articoli pubblicati sulla rivalutazione dei terreni della famiglia Giussani in via Isser, alle inchieste e dichiarazioni sull’affaire Pezzoni, alla pubblicazione integrale di lettere e prese di posizione di cittadini poco gradite ai teorici del “e ché cumande me cché… so me ‘l padrù”, l’inno della democrazia muscolare padana.
Come ho sentito dire in TV a Carletto Mazzone a proposito di avversari che non stimava (“Sei sotto di un gol e il 90°si avvicina? Buttala in rissa e qualcosa esce”) gli anonimi della locandina se la stanno tentando: sei sotto di un gol e non riesci a far digerire la candidatura Pezzoni? Biligòttala, magari qualcosa ne esce.