L’ultima memoria difensiva depositata dal Comune di Treviglio presso il TAR di Brescia — forse nella consapevolezza che sulla questione urbanistica e sulla competenza della Giunta a deliberare il Piano attuativo per Foro boario non l’avrebbe spuntata — puntava dritto dritto a eliminare alla radice il ricorso, sostenendo che i ricorrenti non avevano nessun diritto a chiedere l’annullamento della delibera della Giunta Pezzoni.
Venivano perfino messa in discussione la liceità e la correttezza dell’intervento del Comitato di quartiere Est le cui funzioni, secondo il verbo della Giunta ora Pezzoni–Imeri, avrebbero dovuto essere altre. A cominciare da quella di non contrastare le decisioni assunte dalla Amministrazione.
Bene. La sentenza del TAR di Brescia ha detto parole chiare anche su questo, in virtù di una copiosa giurisprudenza.
Da ora in avanti sarà difficile ritentare di confinare il ruolo dei Comitati di quartiere a quello di avallo delle decisioni di qualsiasi Amministrazione, mettendo in secondo piano la loro funzione di proposta e controllo e il diritto di co–sentire o, al contrario, di dissentire dalle scelte della Amministrazione cittadina.
Scrive l’estensore della sentenza che il Comitato di quartiere non è una articolazione del Comune, ma un organo consultivo legittimato alla proposizione del ricorso. Il TAR del Lazio (sentenza 7700/2016) si è espresso in maniera inquivocabile proprio sui Comitati di quartiere: ”Non può essere disconosciuta l’inequivoca rilevanza del criterio della c.d. vicinitas, a supporto della legittimazione attiva dei soggetti di cui si discute a proporre iniziative dinanzi al giudice amministrativo per chiedere e, eventualmente, ottenere l’annullamento di qualsiasi atto e/o provvedimento che si profili idoneo ad incidere sulle condizioni di vita della zona”, ma, soprattutto, si riconosce legittimazione anche ai Comitati di quartiere, in quanto soggetti nati al fine di “promuovere iniziative atte a migliorare la qualità della vita dei cittadini anche sotto il profilo urbanistico e, dunque legittimati ad attivarsi al precipuo fine di contestare l’adozione di provvedimenti amministrativi che si rivelino idonei — come quelli in discussione — a interferire con l’assetto del territorio, a detrimento delle condizioni di vita già esistenti”.
Parole che mettono la parola fine, sperabilmente, al malvezzo dell’Amministrazione Pezzoni — vedremo se l’Amministrazione Imeri continuerà su questa strada o cambierà direzione — di considerare interlocutori affidabili e legittimati i Comitati di quartiere ritenuti collaborativi. Collaborare con l’Amministrazione di una città è anche dire no a scelte che collidono con la qualità della vita del quartiere. Errare è umano, perseverare nell’errore è diabolico. Sapienza antica.