Treviglio solidale? Sempre

Treviglio è sempre stata una città solidale. Lo dimostrano le associazioni e i gruppi di volontariato che si occupano di cultura, sport, assistenza, educazione coinvolgendo decine di persone sia come volontari sia come utenti. Anche nel campo dei richiedenti asilo o rifugiati (non chiamiamoli profughi).

Da un anno ospiti della struttura Parrocchiale di via Casnida, coordinati dalla cooperativa Ruah, 25 giovani africani di varia nazionalità sono seguiti da un gruppo di volontari che insegna loro la nostra lingua. Sono coinvolti da associazioni di volontariato in piccoli lavori, alcuni partecipano alla vita degli oratori, delle scuole, altri hanno messo su casa, trovato lavoro, sempre in collaborazione con alcuni nostri concittadini.

In tutto questo l’amministrazione passata non si è dimostrata particolarmente solidale. Non come il Comune di Lurano (ne abbiamo parlato alcuni mesi un articolo) che in prima persona ha accolto alcuni richiedenti asilo.

La precedente amministrazione si è sempre rifiutata di firmare un protocollo con la Prefettura che avrebbe permesso ai richiedenti asilo di lavorare, quindi di rendersi indipendenti, quindi di integrarsi.

Ha ragione il nostro sindaco quando dichiara, parlando dei richiedenti asilo (alla festa di partito di qualche sera fa) che “Treviglio si è dimostrata sempre città solidale….”. La città sì, sempre.

In discontinuità con quanto fatto finora, adesso anche l’amministrazione comunale deve impegnarsi perché ciò avvenga.

Bisogna sapere che nell’accoglienza dei richiedenti asilo la nostra provincia fa scuola. Non ci sono solo sindaci che dicono no o se ne stanno  a guardare.

Non lo sa nessuno ma ci sono due progetti bergamaschi nella graduatoria del bando nazionale SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).

Quello guidato da Levate (capofila di altri quattro Comuni: Boltiere, Dalmine, Osio Sotto e Valbrembo) è il secondo migliore d’Italia sui 176 ammessi (il primo è di Brescia). E quello della Valcavallina, promosso da un gruppo di sette comuni, si è qualificato 47°.

Per il progetto di Levate saranno stanziati 920 mila euro per 65 posti disponibili. A quello della Valcavallina arriveranno 420 mila euro per 28 posti disponibili. Con questi contributi si sosterrà al costo degli alloggi, del personale (educatori e mediatori culturali), dei beni di prima necessità, delle spese per l’integrazione-formazione, borse lavoro e corsi di alfabetizzazione.

Con ricadute positive per l’occupazione, per il lavoro, per l’integrazione.

Anche queste sono eccellenze della nostra provincia. Un esempio per gli altri Comuni. Un esempio per il nostro Comune.

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