Delitto su “commissione” 2

L’abolizione delle Commissioni consiliari ad opera del Commissario Prefettizio dott. Alfredo Nappi e deliberate a tre giorni dal ballottaggio non sono passate inosservate ai candidati sindaci.

Tutti e due i candidati, Erik Molteni e Juri Imeri, hanno espresso prima della chiusura della campagna elettorale un loro parere. Il primo, Erik Molteni, si è detto fortemente contrario alla abolizione promettendo in caso di vittoria il ripristino. Il secondo, Juri Imeri, si è detto perplesso a riguardo della decisione del Commissario dichiarando che non avrebbe mai proposto una misura cosi netta.

A campagna elettorale terminata con l’elezione a Sindaco di Juri Imeri, lo stesso, intervistato sulle Commissioni ritira quanto detto in campagna elettorale e propone in sostituzione delle commissioni consiliari abolite la formazione di gruppi di lavoro composti da Consiglieri e cittadini.

Un modo per dire che in fin dei conti le Commissioni erano una rottura di scatole e quindi è meglio cambiarle da Commissioni consiliari a Gruppi di lavoro con la nomina dei componenti da parte del Sindaco, un po’ consiglieri e un po’ cittadini (2 consiglieri di maggioranza, 2 di minoranza e 4 persone delle società civile scelti dal Sindaco) per discutere e valutare con l’assessore le delibere che arrivano in Consiglio comunale.

Peccato che questo modo di fare conferma la morte delle Commissioni consiliari e diminuisce la portata e l’ufficialità di proposte che eventualmente dovessero arrivare dai banchi dell’opposizione che invece, se formulate nel contesto dei gruppi di lavoro, verrebbero diluite in una discussione a larga maggioranza filo governativa.

Ci saremmo aspettati da parte della minoranza un forte opposizione alla soluzione del Sindaco ma inaspettatamente il consigliere del PD Stefano Sonzogni a latere di una intervista dice di approvare e lo afferma in netta contraddizione con quanto ribadito dal candidato Sindaco di centro sinistra Erik Molteni.

Liberi i consiglieri di affermare quello che vogliono. Ma quando un’affermazione costituisce un impegno, sarebbe meglio in primo luogo tenere una linea comune, e in secondo – anche se è il più importante – essere coerenti con quanto detto e ribadito in campagna elettorale su partecipazione e trasparenza. Forse Sonzogni era distratto.

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