Per un pugno di dollari

Durante l’estate quotidiani e settimanali hanno pubblicato le pensioni percepite da ex parlamentari ed da ex consiglieri regionali. Anche Treviglio vede suoi cittadini in queste liste, alcuni dei quali ancora in piena “attività” politica. Altri non li si è più visti fin dal giorno della loro elezione, come il primo sondaggista del Cavaliere, quel Gianni Pilo eletto nel collegio uninominale di Treviglio per Forza Italia (€ 3.406 netti di vitalizio) e il senatore della Lega Nord Massimo Dolazza, egualmente beneficato nello stesso anno dai Trevigliesi e oggi nell’elenco dei vitalizi per € 3.091 mensili. O sono da altre parti a continuare il lavoro politico-amministrativo come Mariolina Moioli (ricordate i manifesti “Mariolina, dai che ce la fai”?), in elenco per  € 3.190 netti.
L’assegno, cumulabile con altri redditi, è maturato per Beppe Facchetti (€ 2.238 dopo 5 anni di contributi in quota PLI) e per Federico Crippa (€ 2.238 per meno di una legislatura alla Camera dei Deputati con i Verdi) cui spettano anche, al netto delle ritenute, € 1.611 per essere stato consigliere regionale dei Verdi.
In prima battuta non voglio mettere in evidenza l’importo dell’assegno: i ‘nostri’ — qui a Treviglio — sono tra quelli con l’importo più basso.

Metto in discussione la brevità del periodo di esercizio della funzione di parlamentare o consigliere regionale che lo ha fatto maturare. Cosa direbbe il ministro Sacconi se un lavoratore della Same accumulasse il diritto ad un assegno di pensione di € 1.600 dopo 5 anni alla catena di montaggio?
Ed allora perché lo stesso Ministro ed i suoi colleghi non danno un taglio subito e retroattivo a tutto questo mentre allungano oltre i 40 anni il servizio di un normale lavoratore per accedere alla pensione?
Quanti i parlamentari leghisti che se la stanno ridendo in questo momento. Partiti lancia in resta in difesa del popolo padano contro la Roma ladrona, stanno già facendo i conti delle loro rendite dopo questo prolungato sostegno, a volte senza provare vergogna, al principe di turno. Cosa hanno fatto tutti questi cavalieri senza macchia per contrastare la casta? Niente.

Metto in discussione il fatto che tale assegno sia cumulabile ad altri redditi senza limiti. Fior di professori, avvocati e magistrati presenti in parlamento non si sono posti questo problema. Ma, per cortesia, datevi un limite. Fissatelo voi in modo tale che sia all’altezza del prestigio della carica, ma datevi un limite. Certo per tutti quelli già foderati di moneta il prestigio del titolo “onorevole” o “senatore” dovrebbe poter bastare, ma sono tempi difficili per tutti.

Metto in discussione il fatto che un leader può nominare successore il proprio figlio (vedi alla voce Trota) e creare così, senza verificare meriti, un reddito sicuro alle generazioni successive della propria famiglia grazie alla legge elettorale “porcata” di matrice Lega.

Sono questi solo sentimenti antipolitici e massimalisti? No.
A livello locale, non credo per un minore sforzo, i consiglieri comunali hanno un riconoscimento di circa € 21 lordi per seduta; il Sindaco, se nulla è cambiato, percepisce € 3.346 per una responsabilità significativamente più grande di quella di un parlamentare e un assessore prende € 1317, che diventano € 658 nel caso in cui sia lavoratore dipendente in servizio. E questi sono tutti redditi lordi. http://www.comune.treviglio.bg.it/?q=content/doc_compensi-degli-amministratori-comunali
Eppure i consiglieri comunali sono stati ridotti (da 20 a 16 a Treviglio) mentre i parlamentari sono sempre gli stessi.

Per tutto questo urta ascoltare che il Consiglio comunale di Treviglio (a maggioranza Lega–PDL più il consigliere IdV Federico Merisi) si chiami fuori da un atto di trasparenza, seppur non vincolato dalla legge, e non renda obbligatoria la comunicazione del reddito degli amministratori pubblici. Se avete da nascondere probabilmente quello di essere rappresentanti dei cittadini non è il posto più adatto a voi.

Ai neo eletti in Parlamento, era il 1948, don Primo Mazzolari diceva: “Non lasciatevi intimidire da chi grida di più perchè ha più denari e più forti clientele. Vi sorregga il cuore la voce dei poveri che ha sempre ragione: non vi seduca la voce della popolarità a qualunque costo. A qualunque costo c’è solo il proprio dovere… Molto sarà perdonato a chi, non avendo potuto provvedere a tutti i disagi degli altri, si sarà guardato dal provvedere ai propri. Ridurre lo star male del prossimo non è sempre possibile: non prelevare per noi dalla miseria dei poveri è sempre possibile”. (Eco di Bergamo, 27 maggio 1948) .
Ma per seguire questo richiamo serve una classe politica con una stoffa diversa. Difficile che lo faccia una assise che a maggioranza ha fatto finta di credere che una certa tizia era nipote di Mubarak. Meno male che non si doveva dichiarare guerra a nessuno.

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