Spett.le Redazione de I TREVIGLIESI,
e p.c. Soci e Simpatizzanti di Legambiente Circolo Bassa Bergamasca,
Con riferimento all’articolo “CASETTE DELL’ACQUA: ANCHE LE FORMICHE NEL LORO PICCOLOHANNO SETE” a firma di Vincenzo Rizzo e pubblicato sul vostro giornale il 7 giugno 2015, con spirito costruttivo e propositvo di soluzioni, vorremmo precisare quanto segue:
Leggiamo nell’articolo che la posizione del locale Circolo di Legambiente sul tema delle “casette dell’acqua” è stata riassunta e semplificata come un “avvallo” ai pareri negativi forniti dall’Amm. Comunale alla richiesta di installazione di queste casette a Treviglio.
In realtà è stato tutto il Tavolo dell’Acqua, che opera a Treviglio con il contributo dell’Ass. all’Ambiente, la CO.GE.I.DE. SpA, Legambiente, Coop. Famiglie Lavoratori, Comitato Tutela Ambiente e Consiglio delle Donne, che ha condiviso questa posizione per la quale l’installazione delle casette dell’acqua non è una priorità cittadina.
Ma perchè non è una priorità? Perchè l’acqua dell’acquedotto cittadino, che esce dai rubinetti di casa nostra e da quelli delle casette dell’acqua, è la medesima ed è di buona qualità. A prova di ciò ci sono i dati delle misure di verifica che con frequenza mensile vengono effettuate sia sui pozzi cittadini che sulla rete di distribuzione.
I risultati delle misure sono reperibili nella sezione TRASPARENTI COME L’ACQUA del sito WEB del Comune di Treviglio.
L’acqua della casette ha in più, rispetto a quella che esce dai nostri rubinetti di casa, il fatto di essere filtrata con filtri a carboni attivi, per togliere eventuali residui di cloro, cloro che viene aggiunto all’acqua per evitare la formazione di eventuale carica batterica.
Ma da dove viene questo cloro? Viene dalla piccolo parte di acqua (fra il 5% e 10%), di provenienza dell’acquedotto provinciale bergamasco, che viene aggiunta a quella prelevata dai pozzi cittadini. Tale aggiunta viene fatto solo quando vi è un consumo di punta da parte delle utenze Trevigliesi. Ciò avviene tipicamente d’estate nei giorni più caldi.
Per il resto dei giorni dell’anno, l’acqua dell’acquedotto è emunta solo dagli OTTO pozzi Trevigliesi, che non necessitano l’aggiunta di cloro.
Un metodo domestico ed alternativo ai filtri per rimuovere il cloro dall’acqua è quello di lasciare la bottiglia o brocca d’acqua aperta qualche decina di minuti, in modo che le tracce di cloro evaporino.
Condividiamo l’affermazione per la quale l’acqua prelevata dai rubinetti (delle casette o delle nostre case) permette di ridurre l’impatto ambientale dovuto al trasporto su ruota dal produttore al punto vendita dell’acqua imbottigliata, nonchè alla produzione e smaltimento della plastica della bottiglia.
Tuttavia l’utilizzo dell’acqua del rubinetto di casa permette, in più rispetto a quella delle casette, di:
- Risparmiarsi la necessità di recarsi presso la casetta (in auto, in bici o a piedi, non dimentichiamo che ogni mezzo di trasporto utilizzato ha il suo impatto ambientale);
- Evitare la fatica di dover trasportare le bottiglie dalle casette a casa propria.
- Avere sempre acqua “fresca, appena prodotta”, che non ha ristagnato invece in bottiglie per giorni, magari in condizioni di caldo e luce diretta, che favoriscono lo sviluppo di carica batterica, se le bottiglie non sono state perfettamente pulite.
Partendo dal principio di tutela dell’acqua come bene comune, l’abbiamo interpretato con la richiesta che l’acqua deve essere buona, garantita e controllata da ogni rubinetto dal quale viene prelevata.
La popolarità delle case dell’acqua deriva, secondo noi, da una disinformazione generalizzata che attribuisce una qualità superiore all’acqua erogata dalle case dell’acqua rispetto all’acqua di rete, cioè quella del rubinetto di casa. In realtà l’acqua che viene distribuita nella casetta è la stessa dell’acquedotto, magari filtrata -trattamento che non migliora significativamente la qualità dell’acqua, se non togliendo le tracce di cloro, come scritto prima.
Non è un caso che queste case dell’acqua siano un’invenzione solo italiana di cui, all’estero, non vi è traccia, ma dove l’uso di acqua della rete è fortemente incentivata.
Resta l’esigenza ed il piacere di alcuni di poter bere acqua fresca e gasata a basso costo e forse questo motivo può giustificare la realizzazione di casette dell’acqua, che quindi dispensino, in modo ecologicamente ed economicamente sostenibile, acqua gasata.
Nella sostanza per noi l’alternativa non è fra consumo di acqua minerale in bottiglia o della casa dell’acqua, ma passa per una corretta incentivazione dell’uso dell’acqua del rubinetto.
Nessun avvallo, quindi, da parte nostra, a scelte politiche o modaiole.
Abbiamo infine portato all’attenzione del Tavolo Comunale dell’Acqua la necessità di una politica di promozione dell’uso dell’acqua del rubinetto di casa e manutenzione periodica delle fontanelle cittadine, i “draghi verdi” cittadini, che sono una cinquantina e di fatto delle vere e proprie “casette dell’acqua”, un servizio pubblico e gratuito usato dalla cittadinanza.
I draghi verdi esistono e funzionano; forse non saranno “trendy” come ultimamente sono le case dell’acqua, ma soddisfano da tempo podisti, cittadini grandi e piccoli ed animali.
Treviglio, 19 giugno 2015
Legambiente Circolo Bassa Bergamasca