Il Consiglio comunale nella seduta del 5 dicembre scorso ha detto un no chiaro, forte e unanime all’installazione e all’attivazione di un impianto che Gei Consul ha progettato di insediare nel PIP 1 di Treviglio, in via Aldo Moro 48. Si tratta di un impianto di messa in riserva e deposito preliminare di rifiuti speciali pericolosi. Il problema era stato posto da una mozione presentata dai consiglieri del PD e della lista civica ABS che chiedeva l’espressione di un indirizzo politico contrario all’insediamento e l’impegno del Sindaco a far valere presso la Provincia la presa di psizione contraria espressa dal Cosniglio comunale.
La Provincia infatti ha sì chiesto molte integrazioni documentali a Gei Consult, ma non ha ancora detto chiaramente – la pratica è aperta dal 15 giugno e avrebbe dovuto concludersi entro il 15 settembre – che l’attività proposta dall’azienda va assoggettata a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e che quindi deve passare al vaglio degli Uffici preposti della Regione Lombardia.
Il rischio è che la Provincia non si pronunci per l’obbligo di assoggettare l’impianto a VIA e che quindi la struttura di deposito e smaltimento di rifiuti della Gei Consult possa insediarsi senza l’ulteriore controllo e l’approfondimento ai fini della sostenibilità ambientale e della tutela della salute pubblica. Si tratta – ripetiamo – di rifiuti speciali pericolosi. La richiesta di pressing sulla Provincia (e successivamente sulla Regione) da parte del Sindaco e dell’Amministrazione comunale ha questo fine. Va messa alle strette non solo la struttura tecnica della Provincia che, a firma dell’ing. Novati, ha asserito che le eventuali molestie generate dal progettato impianto andrebbero a sommarsi ad una situazione preesistente che è già molto critica, ma anche il Consiglio provinciale, cui va chiesto un pronunciamento contrario all’insediamento così come ha fatto il nostro Consiglio comunale. L’impianto progettato dovrebbe smaltire 300 t/die di rifiuti liquidi/solidi pericolosi e non pericolosi, corrispondenti a 66.000 t/anno. Dovrebbe trattare ben 327 codici CER (rifiuti pericolosi) su 404 classificati dal D.Lgs 152/2006. Questo significa molestie olfattive e acustiche, emissione di polveri, rilevante traffico indotto che attraversa diversi centri abitati per il conferimento dei materiali.
Nel complesso, nell’area che vedrebbe anche l’impianto Gei Consult ci sono – come ha rilevato l’ing. Novati – 13 elementi di vulnerabilità e 15 “stressor”. Su questa stessa area ricadono vincoli sovracomunali (zona di rispetto di Brebemi e Alta Capacità), ci sono terreni di acquiferi vulnerabili ai nitrati di origine agricola, ci sono zone di pregio storico, culturale e archeologico (ad esempio, la chiesa di S.Maurizio e quella del Roccolo all’interno del Plis). Insomma, le ragioni dell’incompatibilità dell’insediamento progettato da Gei Consult sono molte e sono di peso.
Non basta il no del Consiglio comunale di Treviglio. Serve anche il no del Consiglio provinciale. C’è un’altra vicenda che dimostra l’assoluta necessità del pronunciamento dell’assemblea provinciale: la discarica di cemento amianto nella ex cava Vailata di via Palazzo (progetto Team). Il Consiglio comunale di Treviglio ha espresso più di una volta parere negativo unanime a questo impianto. Il Consiglio provinciale ha per due volte respinto la mozione che chiedeva di fare la stessa cosa, rifiutandosi di esprimere un voto politico che avrebbe pesato molto sulla possibilità di mettere la parola fine alla questione. Invece, ad oggi, la procedura per l’autorizzazione della discarica è ancora aperta, tanto che gli uffici della Provincia ne tengono conto nei loro pareri tecnici. Voglio ricordare che la Provincia, nel testo in cui esprime la propria valutazione sul Piano di Governo del Territorio, prescrive di non porre intorno all’ex Vailata destinazioni d’uso confliggenti con la discarica di cemento-amianto, e sempre la Provincia chiede a Gei Consult di fornire controdeduzioni perché il nuovo impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti sorgerebbe vicino alla discarica di cemento amianto per la quale – si precisa – è in corso la procedura di VIA. Insomma: il progetto discarica di cemento amianto è ancora lì. Questo perché né Provincia né Regione (che è l’ente competente a rilasciare l’autorizzazione) hanno ancora messo nero su bianco che la discarica non va realizzata.
Occorre dunque vigilare e non cantar vittoria prima del tempo. Se i consiglieri di maggioranza e minoranza sollecitassero i loro colleghi in Provincia a un pronunciamento che finora non hanno fatto e se Sindaco e Assessore all’ambiente si impegnassero ad ottenere assicurazioni, in documenti formali e ufficiali, che la Provincia non vuole né la discarica della Team nè l’impianto Gei Consult, la città avrebbe più elementi di sicurezza e garanzie più certe.
Le parole e le rassicurazioni sono importanti, ma i fatti e i documenti scritti lo sono ancora di più.