Così parlò il Gius

Nei momenti di crisi si riporta il pensiero alla frasi nobili, quelle capaci di richiamare i valori alti e dare il quadro di riferimento; magari capaci anche di stimolare ad un impegno concreto.

Mi piace qui segnalare una di queste frasi, vergata nei verbali del Consiglio comunale di Treviglio del 30 novembre scorso. Riguarda la democrazia e il suo legame con le istituzioni. Trova il suo senso in un momento in cui le istituzioni di rappresentanza dei cittadini faticano ad apparire efficaci ed in sintonia con la sofferenza del Paese. A pronunciarla è il capogruppo della Lega Francesco Giussani (“il Gius”, per brevità): “Perché non interveniamo noi (Consiglieri di maggioranza Lega–PdL) nel dibattito? Perché ci sono degli Assessori, che riteniamo assolutamente preparati e c’è un Segretario che in modo molto chiaro toglie sempre i dubbi”.

Il Gius ci rassicura sulle capacità dei nostri nuovi amministratori e di questo siamo contenti anche se è meglio, per prudenza e non per sfiducia, darsi del tempo prima di stilare bilanci assoluti.

Ma lo stesso Gius ci impensierisce riguardo al suo ruolo e a quello dei suoi vicini di banco in Consiglio. Davvero niente da dire?

Secondo me, invece, occorre farsi sotto perché c’è lavoro per tutti, nonostante le capacità di Assessori e Segretario.

Non chiediamo ai Consiglieri di maggioranza di contestare la Giunta Pezzoni. Non è il loro ruolo e ci pensa già l’opposizione, PD e ABS su tutti.

Ma c’è un mondo che scorre fuori dal palazzo di opiazza Manara che merita l’attenzione e la parola anche della maggioranza.

La mafiosità, anche se in forme diverse rispetto a quanto succede con la mafia, c’è! E intendo quell’atteggiamento dei potenti di turno che concedono per favore ciò che è dovuto per diritto, intascando nel frattempo un lucroso compenso per questo — poco benemerito — servizio. Oppure usano come loro ciò che invece è di tutti.

La cronaca sulla BreBeMi ci mostra che anche qui qualcuno pensa come quel boss dei Casalesi, ricordato da Roberto Saviano, che faceva interrare rifiuti tossici nelle campagne del casertano dove viveva. Gli fanno notare: “Ma noi così contaminiamo le falde acquifere”; e il boss, senza pensarci un momento ,risponde: “E a noi che ce ne importa, tanto beviamo l’acqua minerale”.

Le vicende che ruotano intorno ai Penati, Nicoli Cristiani, don Verzè (a proposito se volete farvi due “risate”, guardatevi il filmato di Maurizio Crozza) danno l’idea di quel che succede qui, giù al Nord.

A volte sono strade con dentro la sorpresa, magari sono immobili costruiti con denaro di dubbia provenienza, altre volte è l’usura. Forse molto altro ancora.

Non mi pare che tutto questo possa giustificare questo “chiassoso silenzio dei Consiglieri della maggioranza” come lo ha definito Luigi Minuti.

Se i Consiglieri non ci sono per dare consigli e non sono occhi attenti sulla realtà, a cosa servono? Per fare scena muta bastano le sedie vuote e alzare le mani a comando non basta nemmeno per chi ha dato loro il voto. Credo.

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