“Inquilini sciò, sciò”. E dopo? “Valuteremo”

Nessun’altra risposta da parte dell’Amministrazione comunale oltre a quello che già si sa. E cioè che gli 11 affittuari comunali dello stabile di via XX Settembre 8 dovranno lasciare le loro case nel giro di 8–12 mesi. Per rientrarci una volta che lo stabile sarà ristrutturato e messo a norma, come è già avvenuto per molti inquilini comunali in passato? “Valuteremo”, il ritornello della risposta.

Cosa condivido della questione: gli interventi di manutenzione straordinaria da farsi in questo come in altri appartamenti di proprietà comunale. Sono necessari.

Cosa non posso condividere: la mancanza di risposte certe agli attuali inquilini e anche al Consiglio comunale. Che è stato informato martedì 30 u.s. dietro mia interpellanza.

Agli inquilini, durante l’incontro tenuto dalle assessore Vailati e Prandina il 19 ottobre scorso, sono state dette parole apocalittiche tipo  ”Come siete riusciti a convivere con l’inverno gelido e le estati caldissime? E se scoppia un incendio o gela la canna dell’acqua?”. “Non ci prendiamo la responsabilità di lasciarvi lì così. Voi non siete sicuri”. Cose che si dicono per annunciare uno sgombero immediato per motivi di sicurezza, manco fossimo nel centro de L’Aquila, e non per annunciare una necessaria e prossima ristrutturazione dell’immobile.

Ristrutturazione che consisterebbe nella eliminazione della copertura di cemento–amianto del tetto, nella formazione di un “cappotto”, nella sistemazione degli impianti (non c’è il riscaldamento a caloriferi ma a stufa). Costo annunciato: 600.000 Euro. Un’assessora in realtà durante lo stesso incontro con gli inquilini, ha parlato di una cifra tra 600.000 e 900.000 Euro.

Rimangono dubbi pesanti, rimasti non chiariti per via del “Valuteremo”. Questi.

  1. Gli inquilini di via XX Settembre 8 verranno alloggiati prossimamente in altre case comunali consone e a norma. Nessuno ha però detto loro che/se si tratta di un trasferimento provvisorio, in attesa della sistemazione dell’immobile. Anzi, una delle assessore se n’è uscita con un significativo: ”Ma lei farebbe un altro trasloco?”, che la dice lunga sul fatto che il trasloco, per quel che appare oggi, sarà uno solo, quello di andata, senza ritorno. La questione non è di poco conto: accettare un’altra sistemazione sapendo che è provvisoria è una cosa, accettarla sapendo che è definitiva è un’altra. C’è un dovere di chiarezza nei confronti di questa gente.
  2. Che ne sarà dello stabile liberato dagli attuali inquilini? Non c’è da nessuna parte uno stanziamento di almeno 600.000 Euro per ristrutturarlo. Ci sarà nel prossimo Piano delle Opere pubbliche e nel bilancio 2013? Per adesso siamo al “Valuteremo”. Ma non c’è nessun impegno.
  3. L’immobile libero sarà invece venduto? È un’altra ipotesi. Ma allora l’Amministrazione dovrà spiegare se la vendita è destinata a fare cassa oppure come e se intende reinvestire gli introiti nella acquisizione o costruzione di altri alloggi destinati a canone sociale, per non diminuirne la dotazione complessiva. Treviglio, grazie a numerose amministrazioni comunali, si fa un vanto di aver acquisito e mantenuto al patrimonio pubblico una dotazione di abitazioni a canone sociale o moderato che, tra Comune e ALER, sfiora le 1000 unità.

La speranza è che l’Amministrazione comunale operi per mantenere questo grande patrimonio pubblico, che è anche umano e sociale. Sennò, valuteremo anche noi.

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