Abbiamo più volte espresso, anche dalle pagine de «iTrevigliesi», la preoccupazione che ai rischi di Flydeco, ditta per il conferimento e il trattamento rifiuti situata in zona Pip 1, potessero aggiungersi quelli di un’altra ditta dello stesso tipo, la Gei Consult, che sarebbe diventata di fatto un ampliamento dell’impresa già esistente.
Sembra proprio che ci abbiamo azzeccato e che i danni all’ambiente e alla salute pubblica derivanti dal mix degli inquinanti delle due attività, anche fisicamente contigue, possa diventare presto una realtà.
Come saprete, ci risulta, anche se la notizia non è ancora confermata, che gli uffici della Provincia competenti abbiano deciso di non assoggettare a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) l’impianto di Gei Consult, di fatto abbreviando e facilitando l’iter per una sua autorizzazione definitiva.
Questa notizia ci ha molto meravigliato e allarmato perché, a nostro parere, non è ancora sotto stretto controllo l’attività di Flydeco, che ha ottenuto l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) nel 2009, che ad oggi non è ancora certo che abbia ottemperato a tutte la prescrizioni richieste dalla Regione, che continua a procurare un inquinamento atmosferico e molestie olfattive che inducono cittadini, residenti e non, imprese e associazioni ambientaliste a fare continue segnalazioni e a richiedere una più stretta e scrupolosa vigilanza.
Proprio per questa ragione il 27 maggio scorso, prima che giungessero voci preoccupanti su Gei Consult, abbiamo inoltrato un’interpellanza al Sindaco per sapere quale sia, a 360 gradi, la situazione di Flydeco e se la ditta stessa e l’Amministrazione stanno realizzando rigorosamente tutte le prescrizioni e i controlli necessari a garantire l’ambiente e la salute umana.
La storia di questa impresa è molto accidentata e sempre poco limpida.
Basti ricordare che nel 1996 viene inserita nella “Classificazione Ditte insalubri”, che nel 2000 vengono raccolte 720 firme soprattutto per chiedere all’Amministrazione di intervenire per metter fine alle molestie olfattive; che nel luglio 2007 si verifica un grave incidente con intervento della Polizia locale e dei Vigili del fuoco, con danni alla salute dei residenti nei pressi dell’azienda; che nella VAS del PGT (2010) vengono formalmente dichiarate le sue criticità dovute a emissioni olfattive e fuggitive; che il 13 maggio 2012 Legambiente fa un esposto alla Procura di Bergamo; che il Difensore regionale della Lombardia, in data 30 agosto 2012, chiede conto dei controlli effettuati e infine che non si contano gli interventi realizzati sul tema a livello pubblico e a livello istituzionale (consulte, commissioni consiliari, Consiglio comunale, provinciale e anche regionale).
L’interpellanza ha molti risvolti tecnici che non illustriamo.
In sostanza chiediamo di sapere se Flydeco abbia ottemperato alle prescrizioni come previsto dal Decreto di Autorizzazione Integrata Ambientale n. 5945 del 15 giugno 2009, concludendo i lavori entro il 30 novembre 2012 e portando gli impianti a regime entro il 31 marzo 2013 e se le due convenzioni stipulate dal Comune, con ARPA nel 2007 e con Flydeco nel 2009, siano state rispettate e attuate ed in particolare quanti controlli, in quali date e con che esiti ARPA abbia effettuato i controlli pattuiti.
Non solo chiediamo conto dei controlli effettuati, compreso il monitoraggio degli scarichi in fognatura, autorizzati in deroga ai limiti previsti dalla normativa, ma anche sollecitiamo il Sindaco a fare di più e meglio, soprattutto a non accontentarsi del fatto che in continuum sia Flydeco a controllare se stessa.
Riteniamo infatti che l’azienda “debba in continuum essere soggetta a controlli esterni e quindi essere costretta ad installare un sistema di controllo (come per es. il “PROFIBUS”, usato da Idroclean a Casirate) che legge, acquisisce, conserva per un certo tempo i dati, mantenendoli a disposizione delle autorità (ARPA e Provincia), che possono acquisirli o direttamente in impianto o, in alternativa, farseli trasmettere via modem per poterli leggere ed interpretare presso i loro uffici provinciali”.
Per quanto riguarda le esalazioni nauseabonde e acide suggeriamo la possibilità di inviare, per la sola analisi olfattometrica, alcuni dati a laboratori specializzati, come per es. CRPA di Reggio Emilia.
Soprattutto chiediamo con forza al Sindaco non solo di tenere la ditta in continuazione sotto la lente d’ingrandimento, ma, vista la delicatezza della sua situazione per i problemi di impatto ambientale e di insalubrità che genera, di fare in modo che monitorarla siano tutti coloro che, a diverso titolo, hanno il difficile compito di presidiare il sistema dei controlli, in primis il Consiglio comunale che ha il diritto/dovere di vigilare per dar conto ai cittadini.
Una commissione consiliare ogni sei mesi per conoscere e analizzare i dati dei controlli e valutare l’evoluzione dei problemi emersi e che emergeranno, potrebbe garantire tutti e nel contempo tranquillizzare concretamente i cittadini.
Desideriamo dare fiducia al Sindaco e auspichiamo che per Flydeco, come per Gei Consult, accetti il contributo dei consiglieri comunali.
Se ARPA e Provincia restassero, come spesso è avvenuto, sorde e mute alle richieste di intervento dei cittadini e dei comitati ambientalisti trevigliesi, i consiglieri potrebbero condividere con lui la responsabilità di decisioni difficili, come quella di applicare, quale garante della salute pubblica, l’art. 29-quater del Dlgs 152/2006 s.m.i. e cioè di chiedere “all’autorità competente di verificare la necessità di riesaminare l’autorizzazione rilasciata, ai sensi dell’articolo 29-octies”.
Fare sistema e rete aiuta sempre, decidere collegialmente fuga i dubbi e promuove trasparenza.