Baslini: un rinvio tira l’altro, e intanto la bonifica non si fa

Baslini-areaGli ultimi due mesi del 2014 sono stati di fibrillazione. A metà novembre arriva al protocollo del Comune una lettera proveniente da un pezzo da novanta degli studi legali: Pavia e Ansaldo, con sedi a Milano, Roma, Bruxelles, Mosca, San Pietroburgo nientemeno, uno studio — dice la rete — forte di 150 avvocati e di un fatturato, nel 2012, di 30 milioni di euro. La comunicazione è una diffida formale al Comune di Treviglio “ad adottare senza indugio tutti gli opportuni provvedimenti e le azioni necessarie a garantire il pieno rispetto, da parte di Habita s.r.l. (la società cui Baslini ha venduto l’area il 6 agosto 2007), degli obblighi conseguenti alla titolarità del procedimento relativo alla bonifica del sito emarginato, per interrompere la condizione di pericolo per la pubblica incolumità e per l’ambiente collegata alla mancata esecuzione di qualsivoglia attività di risanamento ambientale delle relative aree, allo stato di abbandono del sito, oltreché alla completa incuria degli impianti di messa in sicurezza, deputati ad assolvere alla fondamentale funzione di contenere la diffusione dei contaminanti nell’ambiente circostante”. Affermazioni da far imbiancare i capelli a chi amministra e ai cittadini amministrati. Invece, neanche una mèche e calma piatta. Adesso lo chiamano buon senso.

Senza dare nessun rilievo mediatico alla cosa, il Comune di Treviglio risponde a Baslini Spa e allo studio che la rappresenta con parole altrettanto nette l’11 dicembre scorso. Respinge al mittente ogni implicita accusa (non aver adottato provvedimenti contro Habita) e mette nero su bianco affermazioni preoccupanti: Habita ha di fatto pretermesso l’avvio degli interventi più significativi preordinati alla bonifica, sia in relazione alla cosiddetta barriera idraulica, sia in relazione alla matrice suoli”, confermando che la bonifica è al punto zero, o quasi; la Amministrazione è “allo stato priva di veri e propri poteri autoritativi nei confronti del proprietario che non abbia dato causa all’inquinamento (Habita) difettando in capo a quest’ultimo un obbligo coercibile ex lege di procedere alla bonifica”; c’è “assoluta scarsità di risorse pubbliche disponibili per l’esecuzione dell’intervento” di bonifica. Per concludere che, se non ci sarà l’avvio da parte di Habita delle operazioni di bonifica, dovrà necessariamente valutare di estendere direttamente a Baslini Spa, in quanto autore dell’inquinamento e quindi unico soggetto obbligato ex lege alla bonifica, la diffida all’avvio delle relative operazioni.

Perché si è arrivati qui?

L’analisi di rischio e il progetto operativo di bonifica dell’area dello stabilimento chimico Baslini, presentati da Habita, sono stati approvati e autorizzati il 30 novembre 2012 (tempi di realizzazione 25 mesi, cioè entro dicembre 2014), ma la bonifica è rimasta sulla carta, tanto che il 9 gennaio 2014 è scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica per l’interruzione del procedimento di bonifica. Segnalazione riferita alle inadempienze di Habita ma che ha comportato la chiamata in causa, da parte del Gip, di Baslini Spa.

Intanto Habita transita da un tavolo tecnico all’altro, promettendo l’avvio della bonifica per il mese X, per poi riprometterlo per il mese Y e per poi riprometterlo per il mese Z. L’ultimo rinvio, annunciato nel Tavolo tecnico del 17 dicembre scorso, ci rimanda al prossimo marzo, sempre che la società abbia dalle banche i finanziamenti necessari, cosa su cui la società stessa pare nutrire qualche dubbio visto che si è impegnata a notiziare gli enti circa eventuali ulteriori dilazioni.

Intanto la barriera idraulica interna all’area ex Baslini che pompa l’acqua inquinata da una serie di sostanze cancerogene e la riversa nelle acque di superficie funziona sì e funziona no, tanto che Habita viene continuamente chiamata a intervenire per sostituire pompe e risolvere problemi elettrici e idraulici.

L’unica cosa veramente attiva è la triangolazione della battaglia legale: il Comune chiama in causa Habita presso la Procura, che a sua volta chiama in causa Baslini; Baslini diffida il Comune perché non impone l’attivazione della bonifica ad Habita; il Comune ridiffida Baslini come responsabile dell’inquinamento. Intanto l’acqua inquinata continua ad andare giù in falda e la bonifica del terreno rimane al palo.

Nel verbale del tavolo tecnico dello scorso dicembre si ricorda il principio comunitario del “chi inquina paga” ai sensi dell’art. 242 D.Lgs. 152/2006 e si afferma che “il Comune di Treviglio, dopo aver fatto il punto della situazione, deciderà i provvedimenti da adottare nei confronti dei soggetti coinvolti”.

Ritorneremo quindi sulla questione per seguirne gli sviluppi annunciati, e ci ritorneremo perché – passati i fasti per l’approvazione del P.I.I. che avrebbe dovuto trasformare o trasformerà questa area lunare in un complesso residenziale — di area Baslini e di bonifica non si parla molto, e sappiamo che l’inquinamento è un killer silenzioso e che sa attendere.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.