Ora che c’è la bici-stazione alla Stazione Centrale le biciclette sono disposte in modo più ordinato. Il ricovero appare già sotto dimensionato ma un passo è stato fatto.
Sono talmente in ordine che è più facile persino per i ladri scegliere quale prendersi. Oppure valutare sul posto il da farsi.
La scorsa settimana a mio figlio hanno rubato la ruota anteriore, pur fissata con i bulloni alle forcelle. Ad un altro, pochi metri più in la, hanno portato via tutto tranne la ruota anteriore, rimasta in solitudine aggangiata al lucchetto.
I ladri hanno stabilito se comporre una bici con un’indole sportiva o più da passeggio e alè, come con una scatola di montaggio, si sono formati il bi-ciclo a loro piacimento, indisturbati.
Non c’è niente da fare?
Può bastare una bici-civetta ogni tanto che traccia il percorso dei ladri?
Perchè non pensare a farle diventare una occasione per creare lavoro, semplice magari ma pur sempre lavoro?
Leggo sul giornale che il Comune di Milano ha attivato “patti di riscatto sociale” con i quali si stabilisce uno scambio tra chi ha difficoltà economiche e il Comune stesso.
Ricevi soldi (magari sottoforma di riduzione delle bollette di luce e gas) e ti impegni in un servizio sociale: fai la spesa ad un anziano che fa fatica a muoversi, tieni pulito un parco o la pista ciclabile oppure ti prendi cura delle bici alla stazione (magari con la piccola manutenzione del caso).
Qualcuno potrebbe anche imparare il mestiere e mettersi a riparare biciclette.
Questa cosa la chiamano welfare generativo perchè mette in moto risorse senza fare assistenzialismo, promuove le persone e il senso di comunità.
So che ci sono molti vincoli burocratici ma se mai si affrontano…